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Terrore sul Po: scatta l’allarme per un "cadavere" che galleggia

L’intervento dei vigili del fuoco e dei sommozzatori ha portato alla macabra scoperta: il corpo galleggiante avvistato tra le acque di corso Casale era solo un fantoccio. Un falso allarme che riporta alla memoria altri casi simili

Falso Allarme nel Po: Manichino Decapitato Scambiato per un Corpo Umano

Sommozzatori al lavoro

L’acqua scura del Po, una sagoma galleggiante che emerge tra i riflessi del sole del mattino, la paura di chi passa sul marciapiede e vede qualcosa che non dovrebbe essere lì. Sabato 8 febbraio 2025, l’ordinaria quiete torinese è stata improvvisamente interrotta da una chiamata al 112: un corpo nelle acque del fiume, all’altezza di corso Casale 170. Un avvistamento che non lasciava spazio a dubbi, almeno nelle prime, concitate, fasi. Chi ha visto quella figura immobile tra le onde non ha esitato un solo istante e ha allertato immediatamente i soccorsi.

La macchina dell’emergenza si è messa in moto con rapidità. Nel giro di pochi minuti sul posto sono arrivati i vigili del fuoco, con una squadra di sommozzatori pronti a immergersi per il recupero, e un’ambulanza della Croce Verde di Villastellone, pronta a prestare soccorso nel caso fosse ancora possibile salvare la persona in acqua. In questi casi il tempo è l’elemento chiave: ogni secondo perso può fare la differenza tra la vita e la morte. L’intervento è stato immediato, i soccorritori si sono calati nell’acqua e hanno raggiunto il corpo. Quando lo hanno riportato a riva, la scoperta: non si trattava di una donna, come si era temuto, ma di un manichino decapitato.

La tensione si è sciolta nel sollievo generale. Per fortuna nessuno aveva perso la vita, ma rimaneva un interrogativo: chi ha gettato nel Po un manichino di quelle dimensioni? Un’azione goliardica? Una trovata macabra? O forse un semplice caso di smaltimento abusivo? Non è raro che le acque del fiume restituiscano oggetti ingombranti, mobili, elettrodomestici, rifiuti di ogni genere. Eppure, trovare un manichino decapitato non è un evento di tutti i giorni. Una visione inquietante, che ha ingannato l’occhio umano e innescato un allarme che, almeno questa volta, si è rivelato infondato.

L’intervento, anche se non si è trattato di una reale emergenza, ha richiesto il dispiegamento di uomini e mezzi. I vigili del fuoco e i sanitari, pur con il sollievo di non trovarsi davanti a una tragedia, hanno dovuto seguire il protocollo di un’operazione che poteva trasformarsi in un caso ben più drammatico. Episodi come questo dimostrano quanto sia importante la rapidità di risposta delle squadre di soccorso e quanto la percezione visiva possa trarre in inganno. E non è la prima volta che succede qualcosa di simile.

Negli anni, diversi falsi allarmi hanno mobilitato soccorsi e forze dell’ordine per poi rivelarsi situazioni surreali, ai limiti dell’incredibile. Nel 2018, a New York, un uomo ha visto qualcosa galleggiare nell’acqua vicino a un pontile e, terrorizzato, ha avvisato la polizia: sembrava il corpo di un bambino con un giubbotto addosso. Gli agenti e i soccorritori hanno impiegato diversi minuti per recuperarlo, ma una volta a riva la scoperta: non era un cadavere, ma un enorme orsacchiotto di peluche, gonfio d’acqua e ormai irriconoscibile. Una segnalazione simile è arrivata nel 2020 dalla Scozia, dove un automobilista, passando su un ponte sopra il fiume Clyde, ha notato un corpo con un giubbotto catarifrangente che galleggiava nella corrente. Stesso copione: chiamata d’emergenza, intervento dei sommozzatori, ansia e paura fino al recupero. Solo in quel momento si è scoperto che non era un cadavere, ma un semplice manichino abbandonato.

sommozzatori

Nel 2023, a Roma, un finto cadavere trovato sul lungotevere ha mobilitato la polizia e i vigili del fuoco. Qualcuno aveva notato una figura rannicchiata all’interno di un sacco, parzialmente aperto, e aveva fatto scattare l’allarme. Solo dopo un attento esame si è scoperto che si trattava di una scultura iperrealistica, abbandonata da un artista che aveva pensato di collocarla lì come parte di un’installazione. L’iniziativa artistica ha suscitato polemiche e non pochi problemi, tanto che l’autore è stato costretto a giustificarsi con le autorità per aver causato il panico.

Il caso di Torino si aggiunge quindi alla lista di falsi allarmi che, per un attimo, hanno trasformato la quotidianità in un film noir. Per qualche minuto, lungo le rive del Po, qualcuno ha davvero creduto di trovarsi di fronte a un dramma. La prontezza dei soccorritori ha permesso di scongiurare il peggio, ma ha anche dimostrato quanto la realtà possa a volte giocare brutti scherzi, lasciando spazio alla paura e al sospetto. Anche quando, alla fine, si tratta solo di un manichino decapitato, trascinato dalla corrente.

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