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Cronaca

Ferragni nei guai: tra chat segrete, post obbligati e beneficenza come specchietto per le allodole

Testimoni e documenti svelano il ruolo centrale del team Ferragni nella gestione della beneficenza. Balocco: "Le vendite servivano a pagare il suo cachet esorbitante". Quando la Finanza arriva in ufficio, ordine ai dipendenti: "Non andate"

Chiara Ferragni

Chiara Ferragni

"Abbiamo ricevuto il long form del contratto (...) è comparsa a quel punto la proposta della beneficenza da parte del team Ferragni". È quanto dichiarato da un'impiegata del marketing della Balocco, sentita dagli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Milano nell’inchiesta per truffa aggravata a carico di Chiara Ferragni e altri tre imputati, tutti rinviati a giudizio con citazione diretta dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Cristian Barilli. La testimone ha spiegato che "la cifra fosse fissa, non collegata alle vendite", poiché il contratto prevedeva "una fee fissa per le società Ferragni e la beneficenza era interamente in capo alla Balocco".

Ha inoltre precisato che "la linea di risposta ai consumatori era comunque sempre decisa dal team Ferragni, che ci rimandava sempre e comunque alle diciture 'sostengono, sosteniamo'". Anche il responsabile marketing di Cerealitalia, l’azienda che ha prodotto le uova di Pasqua al centro dell'indagine, ha dichiarato agli inquirenti di avere avuto l’impressione che "l'abbinamento con una causa sociale sia partito dal team Ferragni".

ferragni

Un ex dipendente di una delle società di Ferragni ha sottolineato che "Chiara posta in prima persona, nessuno di noi ha mai postato fisicamente nel suo profilo". Un'altra testimonianza fa emergere che Balocco, a un certo punto, voleva evitare la pubblicazione di un post di Ferragni. La responsabile della comunicazione di Fenice, una delle società dell’influencer, ha raccontato che in una chat interna scrisse: "siete d'accordo che noi comunichiamo a Balocco la nostra decisione?", ricevendo come risposta da Fabio Damato, ex collaboratore di Ferragni e anche lui imputato: "No, il post lo facciamo. La beneficenza l'abbiamo fatta. Fate tutti i check legali".

Dagli atti emerge inoltre che quando la Guardia di Finanza si è recata nelle sedi delle società di Ferragni, il team avrebbe avvisato il personale di non presentarsi in ufficio. Un messaggio WhatsApp recita: "Avviso importante: Fabio mi ha chiesto di avvisarvi di non andare in ufficio in TBS, sia noi dell’ufficio sia chi aveva meeting con lui". Un altro messaggio agli atti della Gdf aggiunge: "C’è la Guardia di Finanza e stanno interrogando parte del team (...) Ragazzi, anche chi sta andando in Fenice, non andate in ufficio (...) Sono arrivati anche lì, Fabio non vuole che inizino a interrogare tutti".

Il tema della pubblicità ingannevole è stato sollevato anche dall’associazione "I Bambini delle Fate", destinataria della beneficenza dichiarata nella promozione delle uova di Pasqua Ferragni. In una mail del 21 febbraio 2022, Federico Camporese, responsabile nazionale dell’associazione, scriveva a Cerealitalia-ID: "Purtroppo il comunicato e quanto pubblicato sul vostro sito porta il consumatore a pensare che comprando l'uovo si produca automaticamente un sostegno ai Bambini delle Fate". Il testo, si legge nella mail, "risulta ingannevole nei confronti delle persone che acquistano l’uovo e quindi in primis verso i vostri consumatori".

Negli atti della Procura sono state depositate anche mail interne alla Balocco, dalle quali emergono dubbi sulla gestione della comunicazione da parte del team Ferragni. Un dipendente di un'agenzia di comunicazione scriveva nel novembre 2022 a una responsabile dell’azienda: "CF si sta prendendo tutto il bello di questa iniziativa e voi tutto il brutto. Tra l'altro la beneficenza sta proprio diventando il nodo comunicativo centrale di questo prodotto (...) Si parla solo di CF, di Balocco e della beneficenza". Alessandra Balocco, amministratore delegato dell’azienda dolciaria, rispondeva in una mail del 20 ottobre 2022: "Si attribuiscono meriti che non hanno, ma il buon Dio ne terrà conto al momento opportuno". Un’altra responsabile dell’azienda replicava in maniera più esplicita: "Mi verrebbe da rispondere: 'in realtà le vendite servono per pagare il vostro cachet esorbitante'".

L'udienza dibattimentale del processo contro Chiara Ferragni, Fabio Damato, Alessandra Balocco e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID, è fissata per il 23 settembre 2025 a Milano. Le accuse mosse dalla Procura di Milano riguardano la truffa aggravata e la pubblicità ingannevole, con particolare riferimento alla vendita del pandoro "Pink Christmas" e delle uova di Pasqua della Dolci Preziosi.

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