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Cronaca
28 Gennaio 2025 - 23:00
Stefano Boeri
Da astro mondiale dell’architettura a protagonista di un intricato intrigo giudiziario, la parabola di Stefano Boeri sembra segnare un brusco cambio di rotta. La Procura di Milano ha infatti chiesto per l’archistar gli arresti domiciliari con l’accusa di aver pilotato l’esito del concorso internazionale per la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (Beic), in qualità di presidente della commissione giudicatrice. Gli inquirenti sostengono che Boeri abbia intessuto una fitta rete di contatti con alcuni progettisti, in particolare con Pier Paolo Tamburelli, considerato il vero vincitore “annunciato” di un bando che, sulla carta, avrebbe dovuto garantire la più ampia trasparenza.
Secondo le ricostruzioni, sarebbero oltre mille i messaggi scambiati su WhatsApp e Telegram tra Boeri e Tamburelli nell’arco di sei anni, molti dei quali inviati nelle settimane immediatamente precedenti la proclamazione dei vincitori. L’elemento che più insospettisce la Procura è il fatto che Boeri avrebbe cancellato i propri messaggi, lasciando agli investigatori soltanto il “monologo” di Tamburelli: conversazioni in cui quest’ultimo chiedeva esplicite rassicurazioni circa l’andamento dei lavori della commissione.
A suscitare ulteriori perplessità è anche un incontro notturno tra i due, avvenuto alla vigilia del verdetto finale, quando Boeri sarebbe rientrato di fretta dalla Sardegna per poi precipitarsi a Milano. Agli atti c’è pure la presunta segnalazione confidenziale a Andrea Caputo, terzo classificato, che – stando alle accuse – sarebbe stato informato in anticipo della sua posizione sul podio, con un premio di oltre 44mila euro.
Mentre il giudice per le indagini preliminari deciderà nelle prossime settimane se concedere o meno la misura cautelare avanzata dai pm, Boeri si dice “totalmente estraneo ai fatti contestati” e insiste sulla propria assoluta correttezza professionale. Nel registro degli indagati figurano anche l’architetto Cino Zucchi e due colleghi del Politecnico di Milano, Angelo Raffaele Lunati e Giancarlo Floridi, per i quali è stata chiesta l’interdizione. La Fondazione Beic ha espresso “piena fiducia” nell’operato di Boeri, auspicando una conclusione rapida delle indagini, mentre la procura della Corte dei Conti ha aperto un fascicolo conoscitivo per verificare eventuali danni erariali.
Nel frattempo, sull’archistar pende anche un’altra spada di Damocle: la Procura di Milano ha trasmesso direttamente al Tribunale la citazione a giudizio di Boeri per il caso del “Bosconavigli”, complesso immobiliare che in molti hanno subito paragonato al più noto Bosco Verticale.
Qui la magistratura contesta agli imputati – tra cui costruttori e dirigenti comunali – i reati di lottizzazione abusiva e abusi edilizi, in quanto l’intera operazione sarebbe stata approvata “in assenza di un piano particolareggiato esecutivo o di un piano di lottizzazione” e grazie a una convenzione firmata davanti a un notaio da un semplice funzionario comunale, Giovanni Oggioni, e dal costruttore Marco Nolli. Per l’accusa, un iter anomalo, che avrebbe eluso il passaggio obbligato in Consiglio comunale o in Giunta. Il processo si aprirà in autunno.
Boeri, noto per l’attenzione alla rigenerazione urbana e per aver trasformato gli skyline di diverse metropoli nel mondo, conserva comunque ammiratori e sostenitori.
In passato, il suo nome è stato legato anche al Canavese, dove ha elaborato la prima stesura del piano regolatore di Ivrea, un progetto dallo spirito innovativo poi arenatosi per ragioni politiche e burocratiche.
Oggi, però, le vicende giudiziarie sollevano inevitabili interrogativi sulla sua figura di icona dell’architettura sostenibile: se da un lato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, garantisce che la nuova Beic nascerà comunque, dall’altro gli scandali in corso gettano un’ombra sull’immagine di un professionista che finora era stato celebrato a livello internazionale. Resta da vedere se la magistratura confermerà i sospetti o se, al contrario, Boeri riuscirà a dimostrare la propria innocenza e a riprendere senza ombre il posto di rilievo conquistato nel panorama architettonico italiano e mondiale.
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