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Cronaca

Sanità in panne: disagi senza fine a Ivrea e Cuorgnè

Ascensori bloccati e telefoni muti: l’Asl To4 corre ai ripari tra ambulanze d’emergenza e trasferimenti forzati di pazienti nei presidi vicini

Disguidi negli Ospedali di Ivrea e Cuorgnè: Soluzioni in Corso per Garantire la Continuità dei Servizi

L'ospedale di Ivrea

Sabato nero per l’Asl To4, che si è trovata a dover gestire due pesanti disguidi tecnici, coinvolgendo direttamente l’Ospedale di Ivrea e l’Ospedale di Cuorgnè. Due problemi distinti, ma accomunati dal caos che hanno generato per pazienti e personale sanitario.

A Ivrea, il guasto ha interessato l’ascensore principale che collega l’ingresso di via Amedeo di Castellamonte al reparto di Dialisi.

I pazienti, che già affrontano lunghe e delicate sedute di trattamento, hanno visto complicarsi ulteriormente la loro giornata. Nonostante l’intervento dei tecnici, il problema non è stato ancora del tutto risolto, tanto da spingere l’Asl a predisporre un’ambulanza fissa davanti al Servizio di Dialisi.

Questa soluzione temporanea, valida da lunedì, sarà operativa dalle 7 alle 19 e servirà a trasportare i pazienti in caso di necessità urgenti fino all’ingresso principale in piazza della Credenza. Una misura che sembra più una toppa che una soluzione, ma che almeno dovrebbe evitare ulteriori disagi.

Ospedale di Cuorgnè

Non meno grave la situazione a Cuorgnè, dove un blocco della rete telefonica del gestore ha paralizzato parte delle attività ospedaliere. I problemi tecnici hanno causato ritardi nella refertazione di esami strumentali e, di conseguenza, nel rilascio delle dimissioni dal Pronto Soccorso.

Per gestire l’emergenza, l’Asl ha comunicato alla Centrale Operativa del 118 di trasferire i casi più gravi verso gli ospedali di Ivrea e Ciriè. Anche qui, i tecnici sono stati chiamati a intervenire con urgenza, ma i tempi di risoluzione restano incerti.

L’Asl To4, in un comunicato, ha assicurato che entrambi i problemi sono affrontati con la massima priorità. Tuttavia, questi episodi sottolineano ancora una volta le fragilità delle infrastrutture ospedaliere locali. Tra ascensori che si fermano e reti che collassano, la sanità del territorio si ritrova ad affrontare situazioni che sembrano uscite direttamente da un bollettino degli anni ’90, più che da un sistema sanitario moderno.

Insomma, mentre i tecnici sono al lavoro, resta l’amara constatazione: il paziente, già provato, paga sempre il prezzo più alto.

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