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Cronaca

Bar chiuso: rifugio di criminali e violazioni a gogo

Frequentazioni pericolose, tabacchi illegali e igiene carente: il questore dispone la chiusura per otto giorni del locale

Caffetteria di Torino chiusa per otto giorni: troppi criminali tra i clienti

Chiusa caffetteria

La caffetteria Casablanca, situata in corso Racconigi 137 a Torino, è stata chiusa per otto giorni a partire da venerdì 24 gennaio 2024. Il provvedimento, disposto dal questore Paolo Sirna, arriva dopo una serie di controlli che hanno evidenziato la presenza abituale di individui con precedenti penali o comportamenti pericolosi. La misura, prevista dall’articolo 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, mira a contrastare situazioni che possano mettere a rischio l’ordine pubblico e la sicurezza.

Le indagini, condotte dal commissariato San Paolo, hanno fatto emergere elementi preoccupanti. In almeno cinque ispezioni, sono stati identificati avventori con precedenti di polizia. In un episodio particolarmente grave, un cittadino straniero, destinatario di un ordine di espulsione e di un mandato di carcerazione, è stato trovato nascosto in un ripostiglio nel retro del locale. In un altro caso, un cliente è stato denunciato per ricettazione dopo essere stato sorpreso con merce ancora provvista di dispositivi antitaccheggio.

torino

Oltre a questi episodi, la caffetteria Casablanca è stata sanzionata per gravi violazioni amministrative e igieniche. La titolare del locale è stata multata per la detenzione di tabacchi lavorati all’estero, violando le normative sul commercio. Durante i controlli, sono state inoltre riscontrate carenze in materia di igiene e l’omessa esposizione delle schede informative obbligatorie per legge. Questi elementi hanno contribuito alla sospensione temporanea della licenza di somministrazione di alimenti e bevande, una misura che le autorità hanno definito necessaria per tutelare la sicurezza dei cittadini.

La chiusura della caffetteria Casablanca solleva interrogativi sul ruolo di alcuni esercizi commerciali all’interno del tessuto urbano. Mentre il locale rappresentava un punto di ritrovo per molti residenti del quartiere San Paolo, la sua gestione è risultata carente sotto diversi aspetti, mettendo in discussione la responsabilità dei proprietari nel garantire un ambiente sicuro e conforme alle normative. Le autorità, con questa decisione, sembrano voler inviare un messaggio chiaro: nessuna tolleranza per chi viola le leggi o permette che il proprio esercizio diventi un luogo di frequentazione pericolosa.

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