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Luca Beatrice, l’ultimo abbraccio a un’anima irriverente dell’arte

Torino si stringe attorno al critico d’arte con rose bianche, la sciarpa della Juventus e le note di Nick Cave

Addio a Luca Beatrice: Un Fuoriclasse dell'Arte e dell'Amicizia

Addio a Luca Beatrice

Rose bianche, la sciarpa della Juventus appoggiata sul feretro e le note struggenti di "Into My Arms" di Nick Cave hanno fatto da cornice all'ultimo saluto a Luca Beatrice, critico d'arte di fama internazionale e presidente della Quadriennale di Roma 2025. Nel Duomo di Torino, gremito di persone, si è celebrato un addio che ha toccato il cuore di una città intera e di un mondo culturale che perde una delle sue voci più vibranti.

Le parole di don Silvio durante la cerimonia hanno delineato un ritratto profondo di Luca, paragonandolo a Nicodemo: "Simbolo dell'uomo in ricerca, della vita in cerca di un significato più profondo. L'arte a cui si è dedicato è il preludio di qualcosa che va oltre."

Luca Beatrice

Luca Beatrice

La chiesa era colma di personalità di spicco, dai vertici delle istituzioni culturali ai rappresentanti del mondo dello spettacolo e dello sport. Tra loro, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, il presidente della Juventus Gianluca Ferrero, e volti noti come Luciana Littizzetto e Max Casacci. Hanno reso omaggio anche figure come Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio, e Michele Coppola, direttore delle Gallerie d’Italia, che ha ricordato Luca come un "fuoriclasse, generoso nell'amicizia, mai banale né scontato."

Ma è stato il ricordo dei figli a lasciare un segno indelebile. Stella, con voce ferma e emozionata, lo ha descritto come "brillante, poliedrico, irriverente, mai banale, con due anime e una terza, più forte: quella di padre." Ha ricordato l’uomo che preferiva un panino con salsiccia e maionese ai ristoranti di lusso, che viveva la vita con ironia e passione.

Giulia, la figlia maggiore, ha scelto un passo da "Intermezzo" di Sally Rooney, un autore che Luca dichiarava di detestare: "Un’occasione per un’ultima polemica, una delle nostre discussioni, sempre animate da quell’ironia che ci legava."

Niccolò, il figlio più piccolo, ha promesso di portare avanti una delle grandi passioni di Luca: "Non preoccuparti, continuerò io a portare Giovanni allo stadio." Le sue parole hanno risuonato come un omaggio a quel padre che ha lasciato un'eredità di amore e passione.

Alessandro Giuli, visibilmente commosso, ha sottolineato l'importanza del contributo di Beatrice: "Ha insegnato il piacere dell’intelligenza a tanti e la sua Quadriennale sarà una pietra miliare nel panorama culturale."

Luca Beatrice era un uomo dalle tante passioni: l'arte, la moto, la Juventus e quella capacità innata di mettere sempre un tocco personale in tutto ciò che faceva. "Era diretto, a volte feroce, ma sempre autentico," ha ricordato Coppola.

In un silenzio carico di emozione, Torino ha salutato uno dei suoi figli più illustri, un uomo che ha saputo intrecciare arte e vita, ironia e passione, lasciando un segno indelebile in chiunque lo abbia conosciuto. Luca Beatrice non era solo un critico d'arte, ma un'anima vibrante, capace di trasformare ogni esperienza in qualcosa di straordinario.

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