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Cronaca
22 Gennaio 2025 - 01:17
Traffico migranti
Era noto anche in Tunisia il 'servizio' organizzato in Italia per aiutare i migranti irregolari di passaggio all'hub di Lampugnano, a Milano, e diretti in Nord Europa. Lo ha raccontato un minorenne rimasto impigliato nella rete criminale smantellata oggi con i sette arresti e una raffica di perquisizioni tra Lombardia, Piemonte, Valle D'Aosta e Abruzzo, eseguiti dagli agenti della Polizia di Stato e della Polizia Locale coordinati dalla Procura milanese.
L'inchiesta, in cui tra i circa 60 indagati ci sono alcune società di pullman (estranee, invece, Flixbus e BlaBlaCar da cui sono stati acquisiti documenti), ha messo in luce un fenomeno che si è sviluppato attorno alla stazione dei bus di Lampugnano, a Milano, crocevia delle rotte migratorie da dove partono le linee per l'estero. Un fenomeno che ha portato i pm Rosario Ferracane e Daniela Bartolucci a contestare le accuse di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e minacce.
Secondo la ricostruzione operata da inquirenti e investigatori, in base a un'attività di monitoraggio e controlli, in particolare ai valichi del Frejus, Monte Bianco e San Bernardo, dal settembre 2022 l'organizzazione criminale aveva architettato un sistema per fare affari sulla pelle degli immigrati irregolari: la base era il grande hub alla periferia ovest della città, meta di molti stranieri non in regola ed entrati nel territorio nazionale per poi spostarsi in altri paesi europei, come Francia e Paesi Bassi.
Qui sarebbero stati avvicinati da alcuni stranieri, i favoreggiatori, che li avrebbero aiutati a raggiungere la meta prefissata sebbene sprovvisti di documenti: avrebbero acquistato online con le proprie generalità e dal proprio account i biglietti dell'autobus dietro pagamento di somme in media dai 150 ai 250 euro fino a sfiorare, in alcuni casi, i 400 euro a testa. In più avrebbero convinto, 'oliandoli' con ricompense oppure, quando si rifiutavano, con pressioni o minacce anche di morte, gli autisti degli autobus - due dei quali tra i sette in carcere - a non effettuare controlli rigorosi.
Un sistema che ha comportato un traffico "impressionante" di migranti e un giro d'affari che non è stato ancora possibile calcolare. I 20 mila euro in contanti trovati stamane a casa di una delle persone finite in cella sono considerati spiccioli dagli inquirenti. Come si evince dall'ordinanza del gip Fabrizio Filice, il servizio era noto a molti e non si sarebbe mai fermato. Tant'è che era addirittura conosciuto sulle coste tunisine, come ha raccontato un ragazzino sorpreso, il 15 marzo 2023, su un pullman diretto a Parigi.
Il giovane ha spiegato alla polizia di aver saputo dell'esistenza del centro di 'smistamento' a Lampugnano già prima di attraversare il Mediterraneo e di aver avuto conferma della sua esistenza all'interno dell'hotspot di Isola Capo Rizzuto, in provincia di Crotone, da alcuni connazionali.
Insomma, l'attività della rete di favoreggiatori, azzerata stamane, sarebbe stata di dominio pubblico: sarebbe avvenuta alla luce del sole e messa a segno senza una particolare strategia o accortezze per evitare di essere scoperti. La situazione nell'hub è stata denunciata alle autorità competenti da Flixbus, come ha fatto sapere la società in una nota, che per tutelare la sicurezza dei dipendenti e dei clienti ha pure investito in personale dedicato.
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