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Cronaca
20 Gennaio 2025 - 23:16
Una storia che colpisce al cuore quella di Fabrizio Calza, un uomo che si è visto sottrarre non un semplice oggetto, ma una parte essenziale della sua vita.
Venerdì 18 gennaio 2025, nell’androne del suo palazzo, nella zona di Barriera di Milano, qualcuno ha rubato la sua sedia a rotelle, una Kuschall dotata di schienale posturale, cuscino antidecubito e una barra per agganciare un propulsore elettrico che gli permetteva di muoversi in autonomia. Fabrizio, che non può camminare, ha affidato ai social un appello carico di dolore e speranza, chiedendo aiuto per ritrovare quella che lui definisce “le mie gambe”.
Il suo post, pubblicato nella serata di domenica, ha già raccolto migliaia di condivisioni, toccando le corde di una comunità indignata per un gesto tanto vile quanto incomprensibile.
“Mi auguro che il ladro, dopo essersi reso conto che quello che ha rubato non è un oggetto curioso ma sono le mie gambe, decida di lasciarlo da qualche parte dove sia possibile recuperarlo”, scrive Fabrizio, con una dignità che lascia senza parole.
Per chi vive una realtà fatta di barriere quotidiane, una sedia a rotelle non è solo un mezzo di trasporto: è libertà, autonomia, possibilità di vivere una vita il più possibile indipendente. Fabrizio lo sa bene, e con il suo appello ha voluto ricordarlo a tutti. Nonostante la rabbia e lo sconforto, non si è lasciato sopraffare dal rancore, affidandosi alla speranza che qualcuno possa ritrovare e restituire ciò che gli appartiene.
I commenti sotto il suo post raccontano una solidarietà diffusa, ma anche una rabbia condivisa per un atto che molti definiscono vergognoso.
“Non ci sono parole per un gesto così meschino. Fabrizio, siamo con te”, scrive un utente. Altri si offrono di aiutare in ogni modo possibile, condividendo il post e invitando chiunque avvisti la carrozzina a segnalarlo immediatamente.
“Se vedete questa sedia, anche smontata o abbandonata, contattatemi subito”, chiede Fabrizio.
Il furto è anche un simbolo di una società che spesso dimentica chi ha più bisogno di aiuto e protezione. Rubare una sedia a rotelle non è solo un atto materiale: è una violenza contro la dignità di una persona, un gesto che priva della possibilità di vivere una quotidianità già segnata da molte difficoltà.
Fabrizio, però, non si arrende. Il suo appello non è solo un grido di dolore, ma un invito a riflettere. “Restiamo umani”, conclude il suo messaggio, un monito che riecheggia in una società sempre più distratta e insensibile. È una richiesta semplice, ma potente, che trova eco nelle azioni di chi si è mobilitato per aiutarlo.
La speranza è che il furto si concluda presto, con il ritrovamento di quella sedia che rappresenta così tanto per Fabrizio. Chiunque abbia informazioni utili è invitato a contattarlo tramite il suo profilo Facebook. Ogni segnalazione può fare la differenza, perché anche un piccolo gesto può restituire non solo una carrozzina, ma anche un po’ di fiducia in un mondo che, in momenti come questo, sembra aver smarrito il senso della compassione.
Insomma, questa vicenda ci ricorda quanto sia fragile il confine tra umanità e disumanità, tra gesti che costruiscono e altri che distruggono. Fabrizio ci chiede di restare umani, e forse non c’è messaggio più urgente di questo.
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