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18 Gennaio 2025 - 15:40
“Papà con i coltelli in mano”: tredicenne accusa il padre, scatta l’arresto
Si è accasciata sul banco di scuola lo scorso maggio, sopraffatta da un malore che avrebbe rivelato un dramma ben più grande di una semplice indisposizione fisica. La tredicenne torinese, trasportata in un ambulatorio di psicologia scolastica, ha raccontato tra le lacrime un incubo che andava avanti da troppo tempo.
“Non riesco a dormire la notte, vedo mio padre girare per casa con i coltelli in mano”, ha confessato agli operatori. Quelle parole, arrivate come una richiesta d’aiuto, hanno dato il via a un’indagine che ha portato all’arresto del genitore, accusato di maltrattamenti in famiglia.
La vicenda, riportata dal quotidiano La Stampa, ha scosso Torino e ha messo in luce una tragica realtà domestica. La giovane vittima non solo affrontava disturbi del sonno e allucinazioni, ma viveva in un clima di terrore quotidiano. La madre, contattata dai carabinieri, ha confermato un quadro di abusi psicologici e minacce: il marito la insultava, la vessava e aveva persino installato un’app sul suo telefono per monitorarne ogni spostamento. Quando la donna aveva espresso la volontà di separarsi, le minacce si erano trasformate in promesse di morte.
Di fronte a tali rivelazioni, le autorità sono intervenute rapidamente: la madre e le due figlie sono state trasferite in un luogo protetto, dove ora vivono lontano dal loro aguzzino. La donna ha ottenuto l’affidamento esclusivo delle bambine, un passo fondamentale verso la ricostruzione di una vita normale.
L’uomo, arrestato e successivamente processato, ha patteggiato una condanna a due anni di reclusione. Oltre alla pena, dovrà frequentare per un anno un centro di recupero per affrontare la sua condotta violenta.
Questa vicenda rappresenta un doloroso promemoria di quanto la violenza domestica possa celarsi dietro le mura di casa, sfuggendo troppo spesso al controllo e all’attenzione esterna. Ma il coraggio della tredicenne e la tempestività dell’intervento scolastico dimostrano che una rete di supporto efficace può fare la differenza, spezzando il silenzio e aprendo la strada alla giustizia.
Insomma, la storia di questa giovane vittima non è solo un episodio di cronaca, ma un monito: riconoscere i segnali, ascoltare e agire sono strumenti indispensabili per tutelare chi non può difendersi da solo.
Questo caso si inserisce in un contesto più ampio di violenze domestiche nel Torinese. Ad esempio, a Settimo Torinese, un trentenne è stato arrestato per aver aggredito e minacciato di morte i propri genitori durante una lite. Nonostante fosse già stato segnalato per comportamenti simili in passato, le violenze sono proseguite fino all'intervento delle forze dell'ordine.
A Collegno, un uomo di 49 anni è stato arrestato per aver picchiato la moglie davanti ai figli piccoli, distruggendo i mobili di casa in preda a una collera incontrollabile accentuata dall'uso di alcolici. L'intervento tempestivo dei carabinieri ha permesso di evitare conseguenze più gravi per la donna e i bambini.
In un altro episodio inquietante, una tredicenne, già incinta a causa degli abusi subiti dal padre, è stata nuovamente violentata dallo stesso durante il ricovero in ospedale. Le telecamere di sicurezza hanno documentato l'orrore, portando all'arresto dell'uomo in flagranza di reato. La madre e un'amica di famiglia sono indagate per non aver impedito gli abusi, nonostante ne fossero a conoscenza.
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