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Cronaca
18 Gennaio 2025 - 10:11
Un altro episodio di intolleranza si abbatte su Torino, città che si è sempre distinta per il suo impegno sui diritti civili. Sulla cancellata del cantiere di "ToHousing+", il progetto che offre accoglienza alle persone LGBTQI+, è apparso uno striscione dal contenuto inequivocabilmente omofobo: «Accoglienti e ospitali solo con gli omosessuali». A rivendicare l’azione è stato il gruppo di estrema destra Avanguardia, che sui social si definisce "Nazionalisti-Identitari-Rivoluzionari" e che ha accusato il progetto di essere discriminatorio verso gli eterosessuali in difficoltà.
Questa provocazione arriva dopo un primo attacco avvenuto solo pochi mesi fa, segno di una tensione che alcune frange estremiste cercano di alimentare. A colpire non è solo la frase sullo striscione, ma il messaggio ideologico che si nasconde dietro: un tentativo di mettere in discussione i progressi faticosamente conquistati sul fronte dell’inclusione.
Il gesto è stato immediatamente condannato dalle istituzioni torinesi. Jacopo Rosatelli, assessore ai Diritti del Comune, ha parlato senza mezzi termini: «Vile provocazione di un gruppo neofascista che non va sottovalutata. Il loro odio non fermerà la nostra determinazione nel sostenere chi è vittima di discriminazione o emarginazione». L’assessore ha inoltre ribadito l’importanza di progetti come "ToHousing+", che rappresentano una risposta concreta alle discriminazioni subite da molte persone LGBTQI+. Anche Emanuele Busconi, consigliere comunale di Sinistra Ecologista, ha risposto con durezza: «Torino è capitale dei diritti, e l’estrema destra dovrà farsene una ragione. Criticare con toni intimidatori un progetto che offre rifugio a chi ne ha bisogno è vergognoso. Forse si sentono autorizzati dal governo di destra, ma qui non troveranno terreno fertile per diffondere odio».
"ToHousing+", progetto dell’associazione Quore realizzato con il patrocinio del Comune di Torino, è stato concepito per accogliere fino a 24 persone LGBTQI+ emarginate dalla società o dalle proprie famiglie a causa del loro orientamento sessuale o identità di genere. Tra i beneficiari ci sono giovani cacciati di casa, migranti e rifugiati, persone transgender e anziani in condizioni di isolamento o povertà. Gli appartamenti, finanziati con un milione di euro del PNRR, offrono un rifugio sicuro per chi è vittima di pregiudizi e discriminazioni. Tuttavia, per gli estremisti che hanno firmato lo striscione, questo progetto rappresenterebbe una "discriminazione inversa", un'accusa respinta con decisione da tutti i promotori dell’iniziativa.
L’associazione Quore ha commentato l’accaduto con un post sui social che trasuda determinazione e ironia: «Non abbiamo paura e non smetteremo di lottare per una società più giusta e accogliente. L’omofobia ferisce tutta la società, non solo la comunità LGBTQI+». Nel messaggio, Quore ha sottolineato come parole discriminatorie e gesti di odio alimentino solo dolore e sofferenza gratuite, ma non basteranno a fermare l’impegno per l’uguaglianza e la non discriminazione.
Non è la prima volta che il progetto subisce attacchi di questo genere, ma ogni provocazione sembra rafforzare l’unità tra chi crede nella costruzione di una società più inclusiva. Gli episodi di intolleranza sono una testimonianza di quanto ci sia ancora da fare per contrastare le ideologie di odio. Torino, però, non si lascia intimidire: la città dei diritti civili ribadisce con forza il suo impegno a essere un baluardo per la libertà e l’inclusione.
Insomma, mentre le frange neofasciste si nascondono dietro striscioni e proclami social, il capoluogo piemontese si erge con determinazione come esempio di accoglienza e progresso. Gli attacchi possono continuare, ma Torino non arretrerà di un passo.
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