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Cronaca
13 Gennaio 2025 - 16:13
Metalmeccanici in sciopero: lavoratori incrociano le braccia per il contratto nazionale
Oggi, lunedì 13 gennaio 2025, davanti allo stabilimento Dana di Crescentino, i lavoratori metalmeccanici hanno incrociato le braccia per uno sciopero di otto ore. Il presidio, organizzato dai sindacati FIM CISL, FIOM CGIL e UILM UIL, è stato la risposta alla rottura delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale, un confronto interrotto dopo sei mesi di negoziazioni.
Secondo il manifesto distribuito dai sindacati nei siti produttivi del Vercellese, la responsabilità della rottura è di Federmeccanica e Assistal. “La trattativa si è interrotta per responsabilità di Federmeccanica e Assistal”, si legge nel documento, che accusa le associazioni datoriali di aver proposto una contro-piattaforma inaccettabile.
Lo sciopero di otto ore rappresenta solo il primo passo di una mobilitazione che potrebbe coinvolgere tutto il Paese. I lavoratori chiedono salari adeguati, migliori condizioni di lavoro e un contratto che rispetti la loro dignità. Sul presidio, un lavoratore ha dichiarato: “Non possiamo accettare di essere trattati come numeri. Il nostro lavoro merita rispetto.”
Il manifesto sindacale rincara: “Federmeccanica, attraverso le proprie aziende associate, sta diffondendo questa contro-piattaforma tra i lavoratori in spregio al normale confronto sindacale”. Il clima è teso, e il rischio di un’escalation è concreto.
Al centro della protesta c’è la richiesta di giustizia sociale. Non si tratta solo di salari, ma del riconoscimento del valore dei lavoratori in un sistema economico che sembra sempre più lontano dai bisogni reali delle persone. “Questa battaglia riguarda tutti noi, non solo i metalmeccanici. È una questione di diritti e dignità”, ha sottolineato un rappresentante sindacale.
Con le trattative ferme, i sindacati si preparano a intensificare la mobilitazione. Ulteriori scioperi, il blocco degli straordinari e della flessibilità potrebbero essere le prossime mosse. I lavoratori promettono di non arrendersi: “Non ci fermeremo finché non verranno riaperte le trattative”.
In un clima di crescenti disuguaglianze sociali, questa lotta si fa simbolo di una sfida più ampia: quella di un sistema che deve tornare a mettere al centro il capitale umano e la giustizia.
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