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Cronaca

Valanga killer, il dramma dei due scialpinisti: "Non ce ne siamo accorti"

Una valanga colpisce cinque scialpinisti sulle Alpi Lepontine: tre morti, due sopravvissuti sotto choc.

Valanga killer

Valanga killer, il dramma dei due scialpinisti: "Non ce ne siamo accorti"

Una giornata di sport e avventura si è trasformata in tragedia sulle Alpi Lepontine, nel comune di Trasquera, al confine tra Italia e Svizzera. Una valanga, staccatasi improvvisamente dal crinale est di Punta Valgrande, a 2.856 metri, ha travolto un gruppo di cinque scialpinisti, causando la morte di Matteo Auguadro (48 anni), Gaudenzio "Enzo" Bonini (65 anni) e Matteo Lomazzi (34 anni). I due sopravvissuti, Lorenzo Locarni e Renato Rossi, entrambi di Verbania, portano addosso il peso di una tragedia che li ha lasciati sconvolti: “Non ce ne siamo accorti, non ci siamo accorti di niente”, ripetono ancora in stato di shock.

Il gruppo era partito da San Domenico, attratto dalla neve fresca caduta nelle ultime ore. Nonostante il bollettino dell’ARPA Piemonte avesse segnalato un rischio valanghe "3 marcato", i cinque, tutti esperti scialpinisti, avevano deciso di affrontare la salita. La valanga li ha colti di sorpresa, travolgendo tre di loro e trascinandoli per quasi 500 metri. Locarni e Rossi, rimasti più in alto, sono riusciti a evitare il peggio e a dare l’allarme. I soccorsi, giunti tempestivamente grazie all’intervento del soccorso alpino e della guardia di finanza, hanno trovato i corpi ormai privi di vita dei tre amici, sepolti sotto la neve.

Soccorso alpino

"Il rischio zero non esiste"

Nonostante l’esperienza e l’equipaggiamento adeguato, la tragedia non è stata evitata. Lorenzo Locarni, istruttore di scialpinismo, e Renato Rossi, architetto, sono stati ascoltati in procura a Verbania per ricostruire l’accaduto. “Sotto quella neve ho perso i miei amici”, ha dichiarato Rossi, ancora scosso. Il presidente del soccorso alpino piemontese, Luca Giaj Arcota, ha sottolineato: “Il rischio zero non esiste in montagna”, ricordando come anche gli alpinisti più esperti possano essere vittime di eventi imprevedibili.

Le vittime erano figure note e amate nella comunità di Verbania. Matteo Auguadro, famoso velista, Gaudenzio Bonini, titolare di un’autoscuola, e Matteo Lomazzi, operaio, condividevano una passione comune per la montagna e l’avventura. Le salme sono state trasportate all’ospedale Castelli di Verbania, dove le famiglie, in attesa di poter rendere loro omaggio, affrontano un dolore immenso.

Questo tragico evento è un monito per tutti gli amanti della montagna. Nonostante la preparazione, la natura rimane imprevedibile e pericolosa. Le raccomandazioni dell’ARPA Piemonte, che invitavano alla prudenza, non sono bastate a evitare il dramma. La bellezza della montagna, che tanto affascina, richiede sempre rispetto, attenzione e una pianificazione accurata delle escursioni.

La tragedia delle Alpi Lepontine accende ancora una volta i riflettori sulla sicurezza in montagna. L’esperienza e le conoscenze tecniche, seppur fondamentali, non possono garantire una protezione assoluta. È cruciale seguire con rigore i bollettini meteorologici e i livelli di rischio valanghe, pianificando le escursioni in base alle condizioni ambientali. In un momento di dolore e riflessione, il richiamo alla prudenza si fa più urgente che mai: la montagna, con i suoi paesaggi mozzafiato, deve essere vissuta con rispetto, consapevolezza e umiltà.

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