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Cronaca

Derby della Mole: botte, mazze e parabrezza rotti. In campo solo un 1-1

Scontri evitati grazie all'intervento della Digos, ma il prepartita si trasforma in guerriglia urbana.

Derby della Mole: Tensione alle Stelle tra Ultras e Forze dell'Ordine

Mazze da baseball, manganelli e catene: non è la descrizione di un arsenale, ma il risultato dei sequestri effettuati dalla Digos prima del Derby della Mole. Una partita che, come spesso accade, ha acceso tensioni non solo dentro, ma soprattutto fuori dal campo.

Gli agenti di polizia hanno identificato e denunciato diciassette ultras del Torino, già noti alle forze dell’ordine, sedici dei quali colpiti da diffida ancora in corso per precedenti episodi violenti. Il gruppo stava tentando di intercettare i tifosi della Juventus in corteo verso lo stadio Olimpico Grande Torino.

L’intervento tempestivo, che ha deviato il percorso del corteo, ha evitato contatti diretti, ma non ha impedito altri atti di vandalismo. Il pullman dei giocatori della Juventus è stato bersagliato dal lancio di oggetti, con il parabrezza che ha riportato danni, mentre un’auto della polizia, che scortava il mezzo bianconero, ha subito la rottura del vetro posteriore.

Nel frattempo, emergeva uno scenario ancora più preoccupante.

Gli ultras di entrambe le squadre avevano organizzato un incontro ai Murazzi per un regolamento di conti. Una vera e propria “chiamata alle armi” da parte del tifo organizzato juventino, intenzionato a vendicare la sconfitta numerica subita negli scontri dell’8 novembre scorso in piazza Gran Madre.

derby

L’episodio non si è verificato solo grazie a un’operazione preventiva della Digos, che giovedì mattina ha sequestrato altro materiale pericoloso e ha emesso ventitré denunce e settantatré Daspo. La cronaca extracalcistica, dunque, ha rischiato di oscurare l’evento sportivo, portando ancora una volta alla ribalta il problema del tifo violento.

Sul campo, la partita ha rispecchiato il clima teso. La Juventus ha approcciato meglio il match, trovando il gol del vantaggio all’8º minuto grazie a Kenan Yildiz, che ha finalizzato un’azione ben orchestrata con un preciso tiro da dentro l’area. Il Torino, scosso ma non abbattuto, ha reagito con determinazione. Dopo diversi tentativi respinti dalla difesa bianconera e un’occasione clamorosa fallita da Samuele Ricci, i granata hanno trovato il pareggio nei minuti di recupero del primo tempo. Nikola Vlasic, lasciato colpevolmente libero in area, ha battuto Wojciech Szczesny con un tiro angolato, facendo esplodere di gioia i tifosi granata.

Il secondo tempo è stato una battaglia più nervosa che spettacolare. Entrambe le squadre hanno mostrato più grinta che qualità, con numerosi falli a interrompere il gioco. Gli animi si sono accesi anche fuori dal rettangolo verde: gli allenatori Paolo Vanoli e Thiago Motta sono stati espulsi nel corso della ripresa per proteste reiterate nei confronti del direttore di gara. Nonostante i tentativi finali da entrambe le parti, il risultato non è cambiato. “Un punto a testa che non fa felici nessuno”, come hanno dichiarato a caldo entrambi i tecnici nelle interviste post-partita.

Il pareggio lascia la Juventus al quinto posto in classifica con 33 punti, una posizione ben lontana dagli standard a cui la squadra e i suoi sostenitori erano abituati. La formazione bianconera, priva di elementi chiave come Dusan Vlahovic, fermo per infortunio, e Manuel Locatelli, squalificato, ha mostrato ancora una volta i limiti di una rosa che fatica a trovare continuità. Per il Torino, fermo all’11º posto con 22 punti, il risultato rappresenta un piccolo passo avanti, ma non basta a scacciare le ombre di una stagione finora deludente.

Se il campo ha offerto emozioni a sprazzi, le vicende fuori dallo stadio hanno lanciato un messaggio ben diverso. Ancora una volta, il calcio italiano si è trovato a fare i conti con l’ombra della violenza, una piaga che sembra difficile da estirpare. Nonostante i progressi in termini di sicurezza e i numerosi interventi delle forze dell’ordine, resta evidente che molto lavoro è ancora da fare per riportare il calcio alla sua dimensione originale: quella di una festa dello sport, e non di un pretesto per la guerriglia urbana.

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