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Cronaca

Delitto Ara, guanti e tracce biologiche: il processo entra nel vivo

Il processo si avvia alla conclusione: tracce sui guanti inchiodano l’imputato. Prossima udienza il 14 gennaio per ascoltare l’agente che ha esaminato le prove

Delitto Ara, guanti e tracce biologiche: il processo entra nel vivo

Sta per giungere a conclusione il processo per l’omicidio di Fatmir Ara, l’imprenditore albanese trovato senza vita nei boschi di San Carlo Canavese il 2 settembre 2022. Sul banco degli imputati siedono Davide Osella Ghena, la sorella Barbara Osella e il loro amico Andrea Fagnoni, originario di San Francesco al Campo. I tre furono arrestati pochi giorni dopo il delitto e, secondo le accuse, avrebbero avuto ruoli diversi nell’esecuzione del crimine.

Durante l’ultima udienza, svoltasi presso il Tribunale di Ivrea, un consulente tecnico ha dichiarato Andrea Fagnoni parzialmente incapace di intendere e di volere, un “vizio di mente” che potrebbe influire sul verdetto finale.

Nel frattempo, il pubblico ministero Elena Parato ha presentato nuove prove che puntano a Davide Osella Ghena: secondo una relazione della polizia giudiziaria, l’uomo avrebbe indossato un paio di guanti per non lasciare tracce durante il delitto.

Giustizia

Questi guanti, prelevati da un distributore automatico presso la cartiera Ahlstrom di Mathi, dove Osella Ghena lavorava, sono stati analizzati dai Ris.

I risultati hanno rivelato tracce biologiche appartenenti alla vittima sulla parte esterna e segni riconducibili a Osella Ghena all’interno, probabilmente lasciati durante il trascinamento del corpo.

Nonostante la gravità delle accuse, l’imputato, che si trova ora in una struttura protetta, ha sempre negato di aver indossato i guanti. La Corte, presieduta dalla giudice Stefania Cugge, ha comunque revocato la custodia cautelare, ritenendo che non sussista il pericolo di fuga.

Secondo gli inquirenti, il movente del delitto sarebbe legato a una controversia economica. Osella Ghena aveva acquistato una cascina ad Alba, affidando i lavori di ristrutturazione proprio a Fatmir Ara.

Tuttavia, il cantiere procedeva a rilento, accumulando debiti e difficoltà finanziarie. Una situazione insostenibile per l’operaio, che, secondo l’accusa, avrebbe deciso di eliminare Ara per risolvere i suoi problemi economici. Sempre secondo i magistrati, il piano sarebbe stato orchestrato con la complicità della sorella Barbara e di Fagnoni.

La prossima udienza, fissata per martedì 14 gennaio, vedrà l’audizione dell’agente di polizia giudiziaria che ha effettuato l’esame sui guanti.

Successivamente, prenderanno la parola le parti civili, mentre il pubblico ministero presenterà la requisitoria finale. Le difese, rappresentate dagli avvocati Paolo Campanale e Andrea Furlanetto, esporranno le loro argomentazioni il 22 gennaio, data in cui si attende la sentenza.

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