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Cronaca

Sparatoria choc a Moncalieri: il manager si risveglia dal coma e spuntano dettagli inquietanti!

Stefano Milanese esce dal coma dopo il tentato omicidio. Vera Schenone ai domiciliari in una struttura sanitaria.

Sparatoria choc a Moncalieri

Sparatoria choc a Moncalieri: il manager si risveglia dal coma e spuntano dettagli inquietanti!

In una Torino che si risveglia sotto il peso di un caso giudiziario complesso e intricato, Stefano Milanese, il manager colpito da due proiettili, ha finalmente aperto gli occhi. Dopo giorni di coma farmacologico, il 53enne è stato estubato e ha risposto agli stimoli, sebbene la prognosi resti riservata. L'episodio che lo ha visto vittima si è consumato nella sua villa di strada Cantamerla, sulla collina di Moncalieri, quando l'ex sciatrice olimpica Vera Schenone ha esploso quattro colpi di pistola, due dei quali lo hanno raggiunto.

La notizia del risveglio di Milanese è giunta dopo un delicato intervento chirurgico eseguito dall'équipe del dottor Mauro Santarelli presso l'ospedale Molinette. L'operazione, la seconda in pochi giorni, è stata un successo, e i medici hanno deciso di tentare il risveglio dal coma farmacologico. La risposta positiva di Milanese agli stimoli rappresenta un primo passo verso la guarigione, ma la strada è ancora lunga. Attualmente, il manager è ricoverato nel reparto di terapia intensiva diretto da Marinella Zanierato, dove riceve cure costanti.

Mentre Milanese lotta per riprendersi, il mistero sul movente che ha spinto Vera Schenone a sparare resta fitto. La testimonianza del manager sarà cruciale per chiarire le circostanze che hanno portato a questo drammatico evento. Schenone, 84 anni, è stata arrestata con l'accusa di tentato omicidio aggravato, ma il quadro che emerge è complesso.

La donna, affetta da problemi degenerativi della memoria, ha fornito spiegazioni frammentarie e confuse. Ha dichiarato di aver agito perché Milanese "infastidiva la volpe" che lei aveva cercato di addomesticare e nutrire nel parco. Tuttavia, nelle ore successive, ha menzionato anche cani e un cardellino, aumentando il mistero attorno alle sue motivazioni.

Si risveglia dal coma ed emergono dettagli inquietanti

Un trasferimento necessario e un caso che scuote la comunità

Dopo l'arresto, Schenone è stata inizialmente trattenuta nel reparto di psichiatria delle Molinette. Tuttavia, su richiesta dei suoi avvocati, Francesca Peyron e Lorenzo Imperato, il giudice ha deciso di trasferirla in una struttura sanitaria fuori Torino, specializzata nel trattamento delle patologie legate alle degenerazioni dell'età. “Vista l’età della signora e viste le condizioni di salute da accertare”, ha spiegato l’avvocato Peyron, il trasferimento è stato ritenuto necessario. Schenone, che era in cura da un geriatra ma non aveva mai ricevuto trattamenti per problemi psichici, si trova ora in una casa di cura in Piemonte, lontana dal capoluogo.

Il caso ha scosso profondamente la comunità locale, sollevando interrogativi sulla gestione delle patologie degenerative e sulla sicurezza dei cittadini. La vicenda di Vera Schenone, un’ex atleta che ha rappresentato l’Italia alle Olimpiadi, è un triste esempio di come la degenerazione cognitiva possa portare a comportamenti imprevedibili e pericolosi. La comunità attende con ansia ulteriori sviluppi, sperando che la testimonianza di Milanese possa fare luce su quanto accaduto.

Mentre le indagini proseguono, il futuro di entrambi i protagonisti di questa drammatica vicenda rimane incerto. Milanese, una volta ristabilitosi, dovrà affrontare il trauma fisico e psicologico di quanto accaduto. Schenone, invece, dovrà fare i conti con le conseguenze legali delle sue azioni, in un contesto in cui la sua salute mentale sarà un fattore determinante. La giustizia dovrà valutare con attenzione le condizioni della donna, bilanciando la necessità di protezione della comunità con la comprensione delle sue condizioni di salute.

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