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Cronaca
06 Gennaio 2025 - 22:54
Due ex agenti della Polizia di Stato, A. R, 63 anni, e S. G., 60 anni, sono stati arrestati il 30 dicembre a Bressanone dopo un’operazione congiunta tra il Commissariato locale e la Polfer Piemonte. L’arresto è arrivato al termine di un’indagine che ha portato alla scoperta di tesserini contraffatti, armi non registrate e beni di lusso di origine sospetta. “Un caso che sembra tratto da un film poliziesco, ma che è purtroppo realtà”, ha commentato un investigatore.
Tutto ha avuto inizio il 31 dicembre, quando la coppia ha parcheggiato una Porsche Cayenne in divieto di sosta nel centro storico di Bressanone, esponendo sul cruscotto una paletta della Polizia Stradale.
Il dettaglio curioso che ha insospettito le autorità locali è stato l’assenza delle indicazioni bilingui, obbligatorie in Alto Adige. Da qui, gli agenti hanno avviato i controlli, scoprendo che la paletta, insieme ai tesserini, era contraffatta.
Le indagini si sono poi estese all’hotel di San Genesio, dove i due soggiornavano. Nella loro camera sono stati trovati gioielli, 3.000 euro in contanti, due distintivi originali e due tesserini falsi, oltre a un giubbotto utilizzato per i posti di blocco. Il materiale è stato sequestrato e i due sono stati denunciati.
Le perquisizioni successive nelle loro abitazioni torinesi hanno rivelato un arsenale e beni di sospetta provenienza. Nell’appartamento di A.R. gli investigatori hanno trovato una pistola Beretta calibro 7,65 non registrata, una replica di un’altra Beretta priva del tappo rosso, 34.000 euro in contanti, orologi Rolex, un’uniforme originale della Polizia di Stato e tre cellulari con relative SIM.
A casa di S.G., ex agente della Polfer, sono state sequestrate tre proiettili calibro 9x19, dieci telefoni cellulari con altrettante SIM, numerose uniformi originali e altro materiale di interesse investigativo.
I due ex poliziotti sono stati trasferiti nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino con accuse pesanti: A.R. dovrà rispondere di riciclaggio e detenzione abusiva di arma da fuoco, mentre S.G è accusata di ricettazione e possesso illegale di munizionamento da guerra. Il Questore di Bolzano ha inoltre emesso un avviso orale di pubblica sicurezza, misura che potrebbe preludere alla sorveglianza speciale.
Le autorità stanno ora indagando per chiarire eventuali legami con ambienti della criminalità organizzata. La provenienza del denaro, degli orologi e degli altri beni è sotto esame, così come l’utilizzo dei tesserini e delle uniformi originali.
Questo caso ha suscitato indignazione nella comunità torinese e tra gli stessi membri delle forze dell’ordine, che si interrogano su come due ex agenti, un tempo al servizio della legge, siano finiti al centro di un’intricata rete di illegalità.
“Le responsabilità individuali devono essere accertate, ma quanto accaduto è un duro colpo alla fiducia verso chi ha indossato la divisa”, ha sottolineato un esperto di sicurezza.
Mentre si attendono sviluppi, resta la preoccupazione per i potenziali risvolti di una vicenda che ha messo in luce non solo un grave tradimento della divisa, ma anche inquietanti interrogativi sulla gestione del potere e delle risorse nelle forze dell’ordine.
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