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06 Gennaio 2025 - 21:44
Chiudere una porta non significa solo fermare un’attività. È un gesto che racchiude storie, emozioni, ricordi. Il 6 gennaio, la libreria Luxemburg di Torino ha abbassato la saracinesca della sua storica sede per l’ultima volta, lasciando dietro di sé quasi un secolo e mezzo di tradizione culturale. Fondata nel lontano 1872, dal 1974 si trovava all’angolo tra via Accademia delle Scienze e via Cesare Battisti, uno spazio che per decenni è stato rifugio per lettori appassionati e turisti curiosi. Ma non si tratta di un addio: il 20 gennaio, la Luxemburg riaprirà in una nuova sede, a pochi passi dalla precedente, pronta a intrecciare tradizione e innovazione.
Il 6 gennaio è stato un giorno di emozioni forti, tra malinconia e speranza. Tonino Pittarelli e Gigi Ràiola, proprietari e direttori della libreria dal 2002, hanno accolto clienti e amici in quella che per molti è stata una seconda casa. Alcuni volti familiari, fedeli frequentatori per anni, si sono mescolati a nuovi visitatori, attratti dalla fama di questo luogo simbolo. Tra loro anche turisti stranieri, che hanno voluto scoprire una parte di Torino tanto cara ai suoi abitanti. Alle 19, il momento tanto atteso e temuto è arrivato: le luci si sono spente e la saracinesca è calata per l’ultima volta, accompagnata dalle note struggenti di Adagio per archi di Samuel Barber, quasi a suggellare l’addio con un tocco di poesia.
La chiusura della storica sede non segna però la fine della libreria Luxemburg. È piuttosto l’inizio di un nuovo capitolo. Il 20 gennaio, la libreria tornerà ad accogliere i suoi lettori in una sede completamente rinnovata, tra via Cesare Battisti e la Galleria Subalpina. La nuova casa non sarà solo un semplice trasferimento, ma un’occasione per reinventarsi: un angolo caffè arricchirà l’esperienza, e il ritorno del punto Einaudi testimonierà l’impegno verso l’eccellenza editoriale. Anche il logo cambierà volto, pur mantenendo il gufo, simbolo di saggezza e conoscenza, come emblema distintivo.
In questi giorni, il trasloco è diventato un evento partecipato. Lettori e appassionati sono stati invitati a portare con sé gli ultimi volumi rimasti nella vecchia sede, creando così un legame simbolico tra il passato e il futuro della libreria. Un gesto semplice, ma carico di significato, che ha rinsaldato il senso di comunità attorno a questo luogo speciale.
Per chi ha frequentato la Luxemburg, sa che non si tratta solo di una libreria. È stata un crocevia di incontri, un rifugio per chi cercava storie o, semplicemente, uno spazio dove perdersi tra le pagine di un libro. Ogni scaffale raccontava un pezzo di storia, tra vignette appese e conversazioni che animavano i corridoi. Anche nel giorno dell’addio, tra sorrisi e qualche lacrima, molti hanno scattato foto per conservare un ultimo ricordo della sede storica.
Nonostante il velo di malinconia che ha avvolto il 6 gennaio, il futuro della Luxemburg appare luminoso. Tra meno di due settimane, le porte si riapriranno e Torino ritroverà uno dei suoi fari culturali. Un luogo dove la passione per la lettura, la curiosità e il desiderio di scoperta continueranno a prosperare, mantenendo viva una tradizione che dura da oltre un secolo.
Il locali storici della vecchia libreria non rimarranno vuoti a lungo. Cominceranno infatti presto i lavori per l’apertura del negozio di un altro marchio storico di Torino. Affacciato su piazza Carignano, tecnicamente all’angolo tra via Accademia delle Scienze e via Cesare Battisti, aprirà infatti un negozio Venchi, uno dei marchi di cioccolato più apprezzati.
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