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LUTTO A SETTIMO TORINESE
28 Dicembre 2024 - 11:36
Claudio Montanari con la sua ultima invenzione
Il volto dell'uomo trovato morto ieri, intorno alle 19, nella sua auto a Brandizzo ha un nome e un cognome: Claudio Montanari, conosciuto da tutti come “Il Meccanico” e “L’Inventore”.
La causa del decesso? Infarto fulminante. A fare la scoperta sono stati i carabinieri durante un normale pattugliamento, quando hanno notato un’auto parcheggiata in una posizione insolita, in mezzo alla strada, lungo via Volpiano. Un controllo più approfondito ha rivelato la drammatica verità: Montanari, 66 anni, era già morto.
La notizia ha scosso non solo la comunità di Brandizzo, ma anche quella di Settimo Torinese, dove Montanari viveva e lavorava da una vita.
Abitava nel quartiere Borgo Nuovo, una zona tranquilla di Settimo, ma la sua vera “casa” era la storica officina di corso Piemonte, situata proprio sotto il cavalcavia. Era lì che il suo genio creativo prendeva forma, trasformando l’ordinario in straordinario. Chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerlo, non lo ricorda solo per la sua abilità tecnica, ma soprattutto per la curiosità inesauribile e la passione con cui affrontava ogni nuovo progetto.
Claudio Montanari non era un meccanico qualsiasi. Nel 2000 aveva depositato il suo primo brevetto, inaugurando una carriera che lo avrebbe portato a sviluppare una ventina di invenzioni, molte delle quali legate al mondo delle automobili. Nonostante fosse un autodidatta, aveva un talento innato per trasformare idee in realtà. Era capace di individuare soluzioni semplici ma rivoluzionarie a problemi complessi, unendo la manualità di un artigiano alla visione di un inventore.
Uno dei suoi successi più noti è rappresentato dai dispositivi “Disinfect Med”, macchinari utilizzati per la sanificazione degli ambienti confinati durante l’emergenza Covid-19. Funzionanti a base di Cloramina T, questi dispositivi sono stati impiegati in numerosi ambiti: dalle ambulanze agli ospedali, dalle case di riposo ai ristoranti.
“Abbiamo sviluppato da soli il brevetto sulla frammentazione molecolare, e oggi circa 1400 dei nostri macchinari sono in uso in vari settori”, raccontava in un’intervista del 2022 rilasciata al giornalista de “La Voce”, Glauco Malino. Questo progetto, nato quasi per caso, rappresenta un esempio concreto di come la sua ingegnosità potesse rispondere alle esigenze più urgenti del presente.
Ma Montanari non era solo un uomo di scienza e tecnologia. Aveva una visione del mondo profondamente radicata nella semplicità e nel rispetto della natura. In quella stessa intervista, aveva spiegato: “In natura abbiamo tutto ciò di cui necessitiamo: aria, sole e acqua. Il mondo animale deve indicarci la strada da seguire, che non è assolutamente quella del modello consumistico”. Le sue invenzioni erano frutto di una filosofia che combinava innovazione e sostenibilità, ponendo sempre l’essere umano e il suo benessere al centro.
Nonostante i suoi successi, Montanari rimaneva una persona umile. Era il primo a sottolineare che i brevetti non erano sinonimo di ricchezza. “Non si diventa milionari con i brevetti,” diceva con un sorriso, “ma è come una verifica a scuola: se fai un buon lavoro prendi un bel voto e ti diverti. A qualsiasi età”. Per lui, il piacere del lavoro risiedeva nella possibilità di imparare e creare, più che nei riconoscimenti economici.
La sua officina, per molti, era un luogo magico, dove motori, attrezzi e progetti futuristici convivevano in armonia. Era anche un punto di riferimento per chiunque avesse un problema con la propria auto, un’idea da sviluppare o semplicemente il desiderio di scambiare due parole con una persona autentica e geniale. La sua scomparsa lascia un vuoto non solo tra i suoi familiari e amici, ma anche in una comunità che lo aveva visto crescere e trasformarsi in un innovatore rispettato.
Al momento, non sono stati ancora comunicati i dettagli sui funerali. Ma il ricordo di Claudio Montanari continuerà a vivere nelle sue invenzioni, nelle sue parole e nei cuori di chi lo ha conosciuto. Insomma, un addio che non è solo una perdita, ma anche un invito a ricordare l’importanza di curiosità, passione e umiltà in tutto ciò che facciamo.
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