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Cronaca

E' di Volpiano uno dei componenti della banda dei bancomat: indagini in corso per altri colpi in Canavese

Un 34enne tra gli arrestati per gli assalti ai bancomat

Arrestato a Volpiano un 34enne della banda dei bancomat: indagini in corso per altri colpi in Canavese

Arrestato a Volpiano un 34enne della banda dei bancomat: indagini in corso per altri colpi in Canavese

E' originario di Volpiano uno degli otto arrestati della "banda della marmotta" nell'ambito dell'operazione eseguita nei giorni scorsi dai carabinieri di Foggia.

L'arresto di Diego D., 34 anni, volpianese, segna un punto cruciale nelle indagini sugli assalti ai bancomat che hanno scosso il Nord Italia. L'operazione, condotta dai Carabinieri di Foggia, ha portato all'arresto di otto individui, tutti con precedenti penali, accusati di far parte di una banda specializzata in furti con esplosivo. L'episodio più eclatante, che ha acceso i riflettori su questa organizzazione criminale, è stato l'assalto all'Unicredit di Favria, in Canavese.

Diego D. non era un semplice esecutore, ma uno dei basisti della banda. Le intercettazioni hanno rivelato che il suo compito era cruciale: fornire supporto logistico e informazioni per pianificare i colpi nel Nord Italia. Amico del capo banda, Diego D. aveva il compito di garantire che tutto fosse pronto per l'azione, dalla scelta dell'esplosivo al reperimento delle auto rubate e delle targhe clonate. Un'organizzazione meticolosa, in cui ogni membro aveva un ruolo ben definito, come in un macabro ingranaggio.

L'assalto di Favria è solo la punta dell'iceberg. Gli inquirenti sospettano che la banda abbia colpito anche in altre località del Canavese, tra cui Valperga, Rivarossa, Nole, Mazzè e Lessolo. Dieci colpi in totale, tutti caratterizzati dall'uso di esplosivi per scardinare i bancomat e fuggire con il bottino. Un modus operandi che ha seminato il panico tra i cittadini e messo a dura prova le forze dell'ordine.

L'operazione dei carabinieri

I carabinieri di Foggia hanno arrestato otto persone accusate di far parte di un'associazione a delinquere che utilizzava esplosivo per assalti agli sportelli automatici di banche e poste in diverse regioni. Gli arresti sono stati eseguiti su disposizione del gip. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata ai furti aggravati dall'utilizzo di materiale esplosivo, violazione della legge sulle armi, ricettazione e riciclaggio.

Le indagini sono state avviate a dicembre del 2023. L'associazione, con sede in provincia di Foggia, avrebbe utilizzato ordigni artigianali - le cosiddette 'marmotte', assimilabili per caratteristiche e composizione ad armi da guerra, per danneggiare le casseforti collegate ai dispositivi di prelievo automatico e impossessarsi del denaro.

Secondo la ricostruzione della procura di Foggia e dei carabinieri, il modus operandi della compagine criminale prevedeva l'impiego di auto di grossa cilindrata rubate, o con targhe clonate, per gli spostamenti. E l'utilizzo di carte di credito prepagate - fornite da uno degli indagati e intestate a stranieri - inserite nelle bocchette degli sportelli Atm per assicurarne l'apertura e consentire la successiva introduzione della marmotta. Le indagini al momento avrebbero accertato nei confronti degli indagati la responsabilità di 17 degli oltre 80 assalti compiuti ai danni di banche e uffici postali tra luglio e settembre 2024 in Puglia (nelle province di Foggia e Bari), Piemonte (in provincia di Torino, dove risiede stabilmente un indagato che fungeva da collegamento con quel territorio), Campania (in provincia di Avellino), Lombardia (nelle province di Pavia e Milano) e Basilicata (in provincia di Potenza). I 17 assalti avrebbero fruttato complessivamente circa 290mila euro.

L'operazione è dei carabinieri

Nel corso delle indagini è stato documentato il metodo con il quale il denaro asportato, macchiato dai dispositivi antifurto degli sportelli Atm, veniva ripulito e riciclato. E sono state accertate le modalità di spartizione dei proventi che prevedevano, tra l'altro, un tariffario per i partecipanti e il pagamento in caso di buon esito del colpo. L'organizzazione avrebbe beneficiato di specifiche professionalità e competenze - per la fabbricazione di ordigni artigianali e le conoscenze sul funzionamento degli sportelli automatici - e di un'attenta attività di pianificazione, con l'assegnazione preordinata dei ruoli che ciascun indagato avrebbe dovuto rivestire nel corso degli assalti (autisti, vedette, staffettisti, esecutori con compiti operativi e logistici).

Nel corso di perquisizioni effettuate contestualmente all'esecuzione della misura cautelare sono stati sequestrati numerosi documenti d'identità, carte di credito ricaricabili, banconote - parte delle quali macchiate o sottoposte a trattamento per la smacchiatura - 31 cartucce calibro 12 e 7,65, tre auto, tre targhe, 261 petardi, 2,20 metri di miccia per 'marmotte' e quattro orologi preziosi.

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