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Cronaca

Una vita strappata alla morte: il coraggio degli agenti nel carcere di Ivrea

L’intervento eroico della polizia penitenziaria ha evitato una tragedia. Osapp denuncia: “Sistema sotto pressione, servono risorse e leadership”.

carcere ivrea

carcere ivrea

Un gesto disperato, una vita sull’orlo del baratro, e poi il suono di passi rapidi, il respiro trattenuto, mani che agiscono in fretta per strapparlo alla morte. È successo ieri pomeriggio, nel carcere di Ivrea, dove un detenuto italiano ha tentato di togliersi la vita nel bagno della sua cella. Ha usato un lenzuolo, come accade troppo spesso dietro quelle mura. Ma non è finita come avrebbe voluto il buio che lo ha avvolto: gli agenti della polizia penitenziaria, con uno scatto di prontezza e coraggio, sono intervenuti in tempo, salvandolo da un destino tragico.

L’uomo è stato subito soccorso e trasferito al pronto soccorso dell’ospedale di Ivrea. Lì, tra flebo e parole di conforto, i medici hanno verificato che il corpo potesse reggere, anche se le ferite più profonde, quelle dell’anima, resteranno.

A raccontare l’episodio è l’Osapp, l’Organizzazione autonoma della polizia penitenziaria, che non ha risparmiato elogi agli agenti intervenuti. "Straordinario, professionale e umano l’intervento del nostro personale, che ha salvato una vita, nonostante condizioni di lavoro che definire massacranti è un eufemismo", racconta Leo Beneduci, segretario generale del sindacato. "Questi uomini e donne affrontano turni infiniti, stress psicologico e un sovraccarico che non ha precedenti nella storia del nostro sistema penitenziario".

Ma c’è un’ombra che grava su questo gesto eroico: l’assenza di una guida stabile all’interno della struttura. "Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non ha ancora nominato un comandante di reparto titolare per il carcere di Ivrea. E non è un caso isolato. Questa mancanza di leadership è un problema nazionale che mina il funzionamento e la sicurezza delle carceri" denuncia Beneduci, lanciando un appello accorato al ministro Carlo Nordio. "Chiediamo che venga fatta chiarezza e che si intervenga subito. Non possiamo permettere che il sistema carcerario italiano collassi sotto il peso di questa negligenza istituzionale."

L’episodio riporta alla luce la dura realtà delle carceri italiane, luoghi dove il dolore è palpabile, dove le vite si consumano nel silenzio e dove il lavoro degli agenti, spesso invisibile, fa la differenza tra la vita e la morte.

Salvare un detenuto non è solo un atto professionale: è un atto di umanità che spesso va contro un sistema che sembra aver dimenticato i suoi stessi operatori.

carcere ivrea

Questo salvataggio è un miracolo quotidiano, ma è giusto chiedersi quanto ancora si potrà resistere.

Ivrea, come tanti altri istituti, è lo specchio di un sistema che fatica a reggere il peso delle sue contraddizioni. "Non si può continuare così. Ogni giorno siamo sull’orlo del precipizio, ma non è giusto affidarsi al sacrificio di pochi per tamponare un’emergenza infinita", conclude Beneduci.

E mentre quelle mura tornano al loro silenzio soffocante, resta un pensiero: una vita salvata è un momento di speranza, ma senza interventi concreti e tempestivi, quante altre saranno perdute?

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