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Cronaca

Venaria in piazza: 300 lavoratori Marelli dicono no alla fuga delle industrie

Oltre 300 dipendenti in piazza per difendere il futuro industriale e occupazionale della storica azienda

Venaria in piazza

Venaria in piazza: 300 lavoratori Marelli dicono no alla fuga delle industrie

Questa mattina, venerdì 13 dicembre 2024, Venaria Reale è stata il teatro di una protesta vibrante e determinata. Oltre 300 dipendenti della Magneti Marelli si sono radunati in piazza Vittorio Veneto per manifestare contro la delocalizzazione dell’azienda. La manifestazione, organizzata dalle sigle sindacali FIM-CISL, FIOM-CGIL, UILM e AQCF, ha visto una partecipazione significativa di lavoratori pronti a dire un deciso "no" alle decisioni che minacciano di impoverire il territorio e sottrarre risorse umane altamente qualificate.

La decisione della Magneti Marelli di spostare produzione e ricerca e sviluppo verso paesi emergenti ha suscitato una forte reazione da parte dei lavoratori e della comunità locale. “Scendiamo in piazza per portare all’attenzione dei cittadini e delle istituzioni la situazione di Marelli”, hanno dichiarato i sindacati.
La delocalizzazione rischia di determinare non solo una significativa
perdita di posti di lavoro, ma anche un grave danno sociale e economico per tutta l’area.

Oltre ad essere una manifestazione di protesta, la mattinata è stata un vero e proprio appello alle istituzioni per un intervento deciso a tutela del tessuto industriale e occupazionale della regione. Alla manifestazione hanno preso parte il vicesindaco di Venaria, Gianpaolo Cerrini, l’assessore al lavoro, Monica Federico, i consiglieri comunali Rossana Schillaci e Raffaele Trudu, una delegazione dell’ANPI e la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Sarah Disabato.
La loro presenza ha rappresentato un segnale forte: la necessità di una sinergia tra lavoratori e istituzioni per affrontare questa crisi.

Lo stabilimento Marelli

Lo sciopero nazionale e l'impatto sui servizi

La protesta ha posto l’accento sul valore delle professionalità locali, definite dai sindacati come un patrimonio inestimabile per l’azienda e il territorio. “Non possiamo delegare ad altri la difesa dei nostri diritti e del nostro posto di lavoro”, hanno sottolineato i rappresentanti sindacali. La perdita di lavoratori altamente qualificati non è solo un problema economico, ma anche un grave danno sociale che potrebbe compromettere il futuro di intere famiglie.

La protesta di Venaria è stata un atto di responsabilità collettiva, un invito a mobilitarsi per chiedere interventi concreti.
“È il momento di scendere in piazza numerosi se vogliamo costruire un futuro sostenibile per il nostro territorio”, hanno dichiarato i sindacati. L’obiettivo è quello di costruire un modello in cui le politiche aziendali siano in armonia con le esigenze dei lavoratori e del territorio.

Contestualmente, i lavoratori degli stabilimenti Marelli, Webasto e Schneider Electric hanno partecipato al presidio odierno. Come spiegato dai sindacati in una nota, “È solo l’inizio di un percorso di scioperi che proseguiranno nelle prossime ore e nei prossimi giorni”.
Lo sciopero, inserito nella dichiarazione di mobilitazione nazionale indetta dalle segreterie di Fim, Fiom e Uilm, denuncia la rottura delle trattative sul rinnovo del contratto collettivo nazionale, imputata alla Federmeccanica.

Anche il settore dei trasporti sta subendo importanti ripercussioni, con disagi nei servizi ferroviari e nel trasporto pubblico locale. Nonostante il tentativo del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, di ridurre lo sciopero a quattro ore, il Tar del Lazio ha ripristinato la durata originaria di 24 ore.

La vicenda della Magneti Marelli è un caso emblematico delle sfide che il settore industriale italiano deve affrontare.
La delocalizzazione, sebbene possa offrire vantaggi economici a breve termine, rischia di compromettere irreversibilmente il tessuto produttivo e sociale del Paese. Questa crisi impone una riflessione collettiva e l’elaborazione di strategie condivise tra aziende, lavoratori e istituzioni per garantire una crescita sostenibile.

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