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Cronaca
12 Dicembre 2024 - 09:54
foto archivio
La scena che si è presentata agli abitanti di Nole è stata a dir poco surreale: sacchi bianchi accatastati in modo precario, alcuni deteriorati, lasciati alla mercé di tutti.
Non serviva essere esperti per capire che quei sacchi contenevano qualcosa di estremamente pericoloso: amianto, il minerale killer che ha segnato profondamente questo territorio.
I cittadini non hanno perso tempo e hanno avvisato immediatamente i carabinieri della Tenenza di Ciriè, che, intervenuti sul posto, hanno richiesto l’intervento dello Spresal dell’Asl To4. Dopo i primi accertamenti, l’area è stata sequestrata e sono state emesse prescrizioni per la rimozione e la messa in sicurezza. L'amministrazione comunale, naturalmente informata, ha seguito lo sviluppo della vicenda.
Il problema, però, è molto più ampio. Durante i lavori per la posa della fibra ottica, la ditta subappaltatrice ha effettuato degli scavi in via della Grangia, dove ha rinvenuto una grande quantità di amianto.
Invece di gestire correttamente il materiale, seguendo le rigide normative in vigore, la ditta avrebbe trasportato e stoccato irregolarmente tonnellate di amianto in un'area residenziale, proprio al confine con il parco di Corona Verde.
"Era tutto sistemato alla bell’e meglio, senza alcuna protezione adeguata," hanno raccontato i residenti indignati.
Le indagini hanno svelato una serie di gravi irregolarità. Non solo il luogo di stoccaggio era inadeguato, ma le precauzioni prese erano inesistenti: transenne barcollanti, sacchi aperti e deteriorati, privi delle necessarie misure di sicurezza per evitare dispersioni o usi impropri. Inoltre, nei cantieri di scavo mancava l’irrorazione obbligatoria, indispensabile per abbattere le polveri in presenza di amianto.
Secondo i primi rilievi, il quantitativo di materiale trasportato irregolarmente ammonta a diverse tonnellate, mentre nel luogo degli scavi si troverebbero ancora fino a 40mila chili di amianto. "Non è solo una questione di regole infrante, ma di salute pubblica," sottolineano le autorità.
Un altro punto controverso riguarda il subappalto. La normativa stabilisce che i lavori subappaltati non debbano superare il 30% dell’intero progetto. In questo caso, invece, sembra che la gestione fosse completamente affidata alla ditta subappaltatrice, sollevando interrogativi sulla responsabilità della compagnia nazionale appaltante.
Questo ennesimo episodio di mala gestione solleva preoccupazioni non solo per l’inquinamento ambientale, ma anche per la sicurezza dei cittadini. In una zona come il ciriacese, che ha già pagato un tributo altissimo all’amianto, ogni leggerezza può trasformarsi in tragedia.
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