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04 Dicembre 2024 - 13:01
Manager di Rivarolo condannato per stalking: un anno e sei mesi di reclusione
Una sentenza che segna una svolta importante nella vita di una donna e che lancia un messaggio chiaro contro le persecuzioni domestiche. Il tribunale di Ivrea, nella persona della giudice Antonella Pelliccia, ha condannato oggi un manager 61enne di Rivarolo Canavese a un anno e sei mesi di reclusione per stalking nei confronti della sua ex moglie. Oltre alla pena detentiva, l’uomo dovrà seguire un percorso di recupero psicologico bisettimanale della durata di sei mesi, da completare entro un anno dall’irrevocabilità della sentenza.
Una vicenda di intimidazioni e denigrazioni
La storia giudiziaria, che ha avuto inizio con la denuncia della donna, dirigente scolastica, racconta di anni di tormenti: pedinamenti, insulti pubblici, lettere anonime diffamatorie e intimidazioni. Tra gli episodi più inquietanti emersi durante il processo, spicca la distribuzione di un romanzo erotico anonimo, contenente espliciti riferimenti personali, che l’uomo avrebbe diffuso tra i colleghi e conoscenti dell’ex moglie. Un gesto che, secondo l’accusa, mirava a screditare e umiliare la donna, già provata da un matrimonio trentennale conclusosi in un clima di forte tensione.
La procura, nella precedente udienza, aveva richiesto una pena di un anno e quattro mesi, ma il tribunale ha deciso di aumentare la condanna a un anno e sei mesi, ritenendo particolarmente gravi gli atti persecutori compiuti dall’imputato.
L’avvocato della donna, Celere Spaziante, ha definito la sentenza una “liberazione” per la sua assistita, sottolineando l’importanza di questa decisione per la tutela delle vittime di stalking. "Finalmente giustizia è stata fatta, e la mia cliente potrà riprendere in mano la sua vita senza paura", ha dichiarato il legale.
Una vicenda di intimidazioni e denigrazioni
Di diverso avviso la difesa del manager, rappresentata dall’avvocato Sara Rore Lazzaro, che ha già annunciato l’intenzione di presentare ricorso in Appello. "Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza, che saranno rese disponibili tra 90 giorni, per valutare il nostro prossimo passo", ha dichiarato la legale dell’imputato.
Un segnale contro lo stalking
La condanna rappresenta un importante precedente nella lotta contro lo stalking e le violenze psicologiche all’interno dei rapporti personali. Il percorso obbligatorio di recupero psicologico imposto al manager è un elemento innovativo della sentenza, sottolineando la necessità di affrontare non solo la punizione, ma anche il recupero dell’autore degli atti persecutori.
Lo stalking, che spesso viene sottovalutato o derubricato come un conflitto personale, è un reato grave con conseguenze profonde per le vittime. Questa sentenza riafferma l’impegno della giustizia italiana nel proteggere chi denuncia e nel punire chi perseguita.
Verso l’Appello
Con il ricorso annunciato dalla difesa, il caso non si conclude qui. L’Appello rappresenterà un nuovo capitolo in questa vicenda, che ha già avuto un forte impatto sull’opinione pubblica. Nel frattempo, la decisione del tribunale di Ivrea segna un punto fermo nella vita della donna, che ora può sperare in un futuro libero da paure e intimidazioni.
La sentenza, oltre a sancire la condanna dell’imputato, rilancia la necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno dello stalking e sulla necessità di un intervento rapido e deciso per tutelare le vittime.
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