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Cronaca
28 Novembre 2024 - 22:12
Ancora un arresto a Ivrea. La polizia di Ivrea ha fermato un tunisino di 18 anni, Ahmed Kacem, accusato di tentato omicidio nei confronti di due nordafricani.
L’arresto è stato convalidato ieri, con l’applicazione della custodia cautelare in carcere. Secondo gli inquirenti, Kacem sarebbe responsabile del ferimento di due persone, una colpita al volto e l’altra alle gambe, al termine di una rissa, che ha coinvolto una decina di persone, scoppiata nel tardo pomeriggio di giovedì 21 novembre nel piazzale del Movicentro e ripetutasi tale e quale il giorno dopo nei pressi del Bennet.
Il difensore di Kacem, l’avvocato Massimo Campanale, sostiene che le ferite – giudicate guaribili in cinque giorni – non sarebbero compatibili con un’arma da taglio, anche perché il coltello non è stato trovato.
Kacem vive ai margini della società: arrivato in Italia come clandestino, fino al compimento della maggiore età è stato ospite di una comunità del Canavese.
L’operazione segue la ben più consistente operazione della Guardia di Finanza contro lo spaccio di droga conclusasi con cinque misure di custodia cautelare: quattro marocchini (Mohammed Zmiri, 20 anni; Said Damraoui, 49 anni; Dine Badred Elbezdaoui, 28 anni; Mohamed El-Krymy, 20 anni) e un tunisino (Yassine Abidi, 20 anni).
Per tutti, il Gip Fabio Rabagliati ha disposto gli arresti domiciliari ritenendo sufficienti i gravi indizi di colpevolezza raccolti a carico. Gli indagati sono difesi dall’avvocato Celere Spaziante. Gli investigatori sottolineano tuttavia che gli arrestati sono da considerarsi innocenti fino a eventuale condanna definitiva.
Nei video c’è di tuttto. Ci sono le dosi scambiate nei bagni. C’è uno spacciatore ripreso mentre estrae sostanze stupefacenti dalle scarpe per cederle a un consumatore, probabilmente minorenne. C'è lo spaccio nei bagni del Movicentro. In una immagine il pusher preleva una dose addirittura da un tombino.
Più che un Movicentro o un nodo di interscambio, una centrale dello spaccio.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’attività illecita si concentrava proprio nelle ore di maggiore afflusso di studenti, data la vicinanza con due istituti superiori.
I militari hanno documentato oltre 300 cessioni di sostanze stupefacenti, principalmente hashish. Gli acquirenti, identificati durante le operazioni, sono stati in parte segnalati all’Autorità prefettizia per i provvedimenti del caso.
Oltre all’arresto dei presunti spacciatori, l’operazione ha portato al sequestro di circa 500 grammi di hashish, 1.680 euro in contanti, 15 cellulari, 4 biciclette professionali e 2 monopattini elettrici, per un valore complessivo di 20.000 euro. Tutti questi beni, secondo gli inquirenti, sarebbero provento di attività illecite.
La vicenda riaccende i riflettori sul degrado dell’area del Movicentro, nata con l’obiettivo di essere un luogo di aggregazione sociale e culturale, ma da tempo al centro di segnalazioni per episodi di criminalità, spaccio e vandalismo. La posizione strategica, vicina al cuore di Ivrea e a pochi passi da due scuole, sembra aver reso questa zona particolarmente appetibile per chi intende svolgere attività illecite.
I residenti e le famiglie dei ragazzi che frequentano gli istituti scolastici vicini si dicono preoccupati. “Ogni giorno i nostri figli passano di lì, e sapere che si tratta di una piazza di spaccio fa paura”, ha dichiarato una madre, che preferisce restare anonima. La comunità locale chiede maggiori controlli e interventi strutturali per restituire sicurezza all’area e per evitare che si ripetano episodi di questo genere.
Il Movicentro, pensato come simbolo di modernità e innovazione urbana, sembra oggi rappresentare un nodo irrisolto per la città di Ivrea. L’operazione della Guardia di Finanza rappresenta un duro colpo per le attività illecite, ma il problema del degrado e della sicurezza in questa zona resta una questione aperta come ha evidenziato anche il recente dibattito in consiglio comunale.
Le operazioni delle forze dell’ordine arrivano al termine di un acceso dibattito politico in consiglio comunale.
«Si tratta di un risultato frutto di un lavoro integrato tra forze dell’ordine e Comune - dichiara il sindaco Matteo Chiantore - Questo è stato possibile anche grazie al sistema di videosorveglianza installato dal Comune».
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