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Cronaca

Quando la Chiesa "perde le staffe": scherzo finisce con una pistola puntata contro dei ragazzini

Quindicenni minacciati dopo una bravata al citofono. Indagato l’uomo che vive con monsignor Basso

Quando la Chiesa "perde le staffe"

Quando la Chiesa "perde le staffe": scherzo finisce con una pistola puntata contro dei ragazzini

Uno scherzo innocente, diventato un caso giudiziario. A Pecetto, un gruppo di ragazzini quindicenni ha pensato di divertirsi suonando il campanello di Villa Sacro Cuore, dimora settecentesca dove vive monsignor Marino Basso. Ma la bravata ha avuto risvolti ben più seri. Ad affacciarsi, infatti, non è stato il prelato, bensì l’uomo che vive con lui in un appartamento separato accanto alla chiesa. Quest’ultimo, infuriato, sarebbe sceso in strada armato di pistola, minacciando i giovani e, secondo le accuse, costringendone uno a salire in auto.

La situazione è degenerata al punto che i genitori del ragazzino, una volta ascoltata la sua versione, hanno sporto denuncia presso i carabinieri della stazione di Pino Torinese, competente per la zona. I militari hanno così denunciato l’uomo per minaccia aggravata e sequestrato l’arma, che risulta regolarmente detenuta. Tuttavia, lui si è difeso affermando: «Era solo una scacciacani».

Le dichiarazioni degli avvocati

L’episodio, risalente ai primi giorni di novembre, è ora al vaglio delle autorità. L’avvocato Giuseppina Paragano, che rappresenta l’uomo denunciato, ha dichiarato: «Non ci risultano fatti da chiarire avvenuti a inizio novembre». Da parte sua, l’avvocato Maurizio Caldararo, legale di monsignor Basso, ha sottolineato: «Il parroco e la parrocchia sono totalmente estranei alla vicenda».

Quando il parroco perde le staffe

Questa non è la prima volta che il nome di Villa Sacro Cuore e dei suoi abitanti finisce sotto i riflettori. Monsignor Basso e il coinquilino sono già coinvolti in un’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Elisa Buffa, che li accusa, insieme ad altre tre persone, di concorso in furto pluriaggravato di opere d’arte.

Le indagini riguardano il furto di tre arazzi fiamminghi risalenti al XVII secolo, danneggiati dall’incendio del Duomo di Torino nel 1997 e poi custoditi presso la Consolata, di cui Basso è stato rettore dal 2006 al 2014. Le opere, considerate beni di grande valore storico e culturale, sarebbero state sottratte in circostanze ancora da chiarire.

Inoltre, l’inchiesta si estende alla sparizione di oltre 60 opere d’arte dal convento francescano di Susa, episodi che gettano un’ulteriore ombra sulla vicenda.

Le autorità sono al lavoro per far luce su entrambi i filoni di indagine: da un lato, l’episodio recente dello “scherzo da prete” e della pistola, dall’altro, i presunti furti di opere d’arte che coinvolgono personaggi di spicco della comunità ecclesiastica torinese.

Nel frattempo, il piccolo paese di Pecetto resta scosso da una storia che, nata come una semplice bravata, si è trasformata in un intricato caso tra accuse, misteri e un passato ancora tutto da decifrare.

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