AGGIORNAMENTI
Cerca
Cronaca
16 Novembre 2024 - 08:52
Il caso è approdato in Tribunale a Torino
Un torinese di 46 anni è stato condannato a due anni e due mesi di reclusione con rito abbreviato per aver istigato un uomo a compiere violenza sessuale sulla sua figliastra di 18 anni. Fingendosi la ragazza nelle conversazioni su una chat di incontri, l'uomo aveva organizzato un piano perverso, spingendo l'interlocutore a inscenare l'abuso come parte di un gioco erotico.
La vicenda era iniziata nel 2018, quando la giovane aveva trovato un biglietto lasciato sul parabrezza della sua auto. Sul foglio, un numero di telefono e una frase inquietante: "Ciao, sono qui e sono pronto a realizzare il tuo sogno". Insospettita, si era rivolta ai carabinieri, che avevano avviato un'indagine. L'uomo che aveva lasciato il messaggio aveva raccontato di aver chattato a lungo con la ragazza su un sito di incontri, scambiandosi messaggi di contenuto sessuale e pianificando nei dettagli la presunta violenza. Questo aveva portato inizialmente a un'accusa di calunnia contro la diciottenne.
Le indagini, condotte dai pm Delia Boschetto e Francesco Pelosi, hanno successivamente svelato una verità ben diversa. I messaggi incriminati, in cui venivano forniti dettagli sull'indirizzo di casa della ragazza e istruzioni su come aggredirla, erano stati inviati dal patrigno, che si era finto lei. Nei testi, si descriveva nei minimi particolari come immobilizzarla, tapparle la bocca per impedirle di urlare, legarla con fascette e abusarne. A ulteriore conferma della messinscena, il patrigno aveva persino anticipato possibili reazioni della giovane, suggerendo di gestirle come parte del "gioco".
La sentenza del tribunale di Torino
Quando le prove contro di lui sono emerse, l’uomo, difeso dall’avvocata Erica Gilardino, ha ammesso le proprie responsabilità, giustificandosi con l’incapacità di fermare gli impulsi scatenati dalle chat erotiche. "Non pensavo che lui avrebbe davvero agito," ha dichiarato, cercando di minimizzare le sue intenzioni. "Non volevo che lei subisse alcun danno, era solo il mio cervello a guidarmi in quelle conversazioni notturne."
La sentenza ha condannato l’uomo per istigazione alla violenza sessuale, sostituzione di persona e detenzione di materiale pedopornografico. Un epilogo che chiude una vicenda inquietante, ponendo l’accento sui rischi legati agli abusi psicologici e digitali all’interno delle relazioni familiari.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.