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Cronaca

Marika Guerra era già morta prima di essere travolta dal treno: lo rivela l’autopsia

La ventunenne di Settimo Torinese non è deceduta a causa dell’incidente ferroviario come inizialmente ipotizzato. Un murales in città la ricorderà per sempre, mentre le indagini proseguono per fare chiarezza sulle sue ultime ore di vita

Marika Guerra era già morta prima di essere travolta dal treno: lo rivela l’autopsia

L’autopsia ha rivelato un dettaglio sconvolgente sulla tragica morte di Marika Guerra, la giovane ventunenne travolta da un treno lo scorso 8 marzo nei pressi di Settimo Torinese.

Contrariamente a quanto ipotizzato inizialmente, il treno non è stato la causa del suo decesso. Marika era già morta quando il convoglio l'ha investita. L’esame autoptico, richiesto dalla Procura di Ivrea, ha infatti chiarito che il decesso era avvenuto prima dell'impatto, probabilmente per cause naturali.

Questa rivelazione arriva dopo sei mesi di indagini, durante i quali il pubblico ministero Elena Parato ha cercato di far luce su una vicenda che ha profondamente scosso la comunità. Le ipotesi iniziali suggerivano che la giovane fosse stata vittima di un tragico incidente ferroviario. Tuttavia, i risultati dell’autopsia hanno ribaltato questa teoria, sollevando nuovi interrogativi sulle ore precedenti alla sua morte.

Il corpo di Marika era stato trovato sui binari, poco dopo le 7:30 del mattino, quando un treno regionale, proveniente da Ivrea e diretto a Torino, l’ha travolta in corrispondenza di via della Consolata.

Il macchinista, sotto shock, aveva dichiarato di aver visto il corpo troppo tardi per poter fermare il treno, che si è arrestato solo cento metri dopo l'impatto.

Da subito, però, qualcosa non tornava. La procura, non soddisfatta delle prime ricostruzioni, aveva ordinato esami tossicologici e autoptici per chiarire le reali circostanze della morte della ragazza.

Secondo quanto dichiarato dall’avvocata Katia Albanese, legale della famiglia Guerra, “il tasso alcolemico presente nel sangue di Marika non era sufficiente per causarne il decesso”, aggiungendo che le indagini, ancora in corso, mirano a ricostruire con precisione le sue ultime ore di vita.

Le dinamiche di quel tragico 8 marzo restano in parte oscure. Una delle ipotesi sul tavolo è che la giovane, affetta da crisi depressive, possa essere stata colpita da un malore, ma gli inquirenti stanno ancora vagliando tutte le opzioni. Nella serata precedente, Marika non era rientrata a casa, il che ha complicato ulteriormente la ricostruzione dei fatti. Nessuno aveva segnalato la sua scomparsa e le ore trascorse lontano da casa restano un punto oscuro dell’indagine.

Inoltre, l’alta barriera che separa i binari dalla strada rende difficile credere che la giovane possa essere caduta accidentalmente sui binari, come inizialmente ipotizzato.

A Settimo Torinese il ricordo della giovane rimarrà vivo grazie a un murales a lei dedicato, realizzato in via della Costituzione dall'artista Luca Fucà, 24enne.

L’opera ritrae la giovane con le sue amate cuffie, mentre tiene in mano una sfera luminosa, simbolo della luce e della speranza che portava con sé. La famiglia ha partecipato attivamente alla realizzazione del murales, insieme alla cugina Alessandra e all’amica d'infanzia Veronica. Il murales non è solo un omaggio visivo, ma un luogo di memoria collettiva: uno spazio è stato lasciato vuoto per permettere a chiunque voglia, di lasciare un messaggio, un pensiero o un ricordo scritto in suo ricordo.

La famiglia di Marika, che ha sempre mantenuto una certa discrezione, ha voluto però sottolineare l’importanza di preservare la memoria della giovane, descrivendola come una ragazza "sensibile e rispettosa, sempre pronta ad aiutare il prossimo", con una forte passione per i temi sociali e un amore incondizionato per la musica.

Marika aveva tanti sogni e speranze per il futuro, ma il destino ha stroncato la sua vita proprio l'8 marzo, una data non casuale. Era una grande donna, sempre pronta ad aiutare le persone che facevano parte della sua vita”, aveva commentato la famiglia nei giorni immediatamente successivi alla tragedia esprimendo profonda gratitudine verso le istituzioni che avevano reso possibile la realizzazione del murales.

 

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