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Cronaca
02 Settembre 2024 - 10:22
Canavese, i vandali non si fermano: colpita anche la Panchina Rosa dedicata alle donne
Dopo la Panchina gialla di Caluso è il turno della Panchina Rosa di Mazzè: nata per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della violenza di genere e per promuovere una cultura del rispetto e della non violenza. Insomma, i vandali questa volta non si sono limitati ad imbrattare un’opera pubblica, ma hanno distrutto il simbolo della lotta contro la violenza di genere. Il Sindaco non ha dubbi: “Un gesto da condannare”.
Panchina rosa vandalizzata
Nell’area del Calusiese sono state installate ben 7 panchine rosa. Era il novembre del 2002 quando Mazzè annunciava, con entusiasmo, la notizia dell'installazione di una panchina Rosa contro la violenza sulle donne.
A distanza di 2 anni che fine ha fatto la panchina? Distrutta! Vandalizzata da ignoti!
Oggi il piccolo Comune della città metropolitana di Torino si ritrova a fare i conti con un atto di vandalizzazione che fa discutere.
La panchina in questione è una struttura interamente in legno, installata sulla strada pedonale che da Mazzè porta a Tonengo. L'installazione è stata trovata completamente priva del suo schienale.
Purtroppo non si conoscono i responsabili dell'atto. Molto probabilmente si tratta di un gruppo di ragazzi che frequenta la zona e si ritrova in quel luogo durante le sere d'estate.
È una bravata da ragazzi o un atto volto a colpire un simbolo?
Per quanto la vandalizzazione di una panchina simbolica possa far storcere il naso, è difficile immaginare che qualcuno abbia compiuto quest'atto in maniera premeditata. Con ogni probabilità non c'è alcun legame tra il valore simbolico della panchina e il gesto incivile.
Il Sindaco ha commentato l'episodio affermando: "Che i vandali si accaniscano sulle panchine, è ormai un fatto noto, ma che questa volta sia stata rotta una panchina simbolo della battaglia contro i femminicidi, è tutt’altro discorso. Si tratta dell’ennesimo atto vandalico che dimostra che manca il rispetto per il bene pubblico - poi conclude - e questo è grave sia dal punto di vista economico che etico".
Se venisse confermata al responsabilità dei giovani che frequentano il luogo, saranno chiamati ad assumersi il costo della riparazione.
Ma non sarebbe un gesto di grande rispetto e civiltà se il responsabili, chiunque essi siano, si facessero avanti in modo spontaneo? Errare humanum est, perseverans diabolicum est...
Le panchine rosa sono un'iniziativa simbolica volta a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla violenza di genere e sui femminicidi. Si tratta di panchine normalissime di colore rosa che vengono collocate in spazi pubblici come parchi, piazze e altre aree urbane, e rappresentano un tributo alle donne vittime di violenza e un richiamo alla necessità di contrastare questo fenomeno.
Panchina rosa a Mazzè.
L'iniziativa è spesso accompagnata da eventi di sensibilizzazione, campagne educative e momenti di riflessione sul tema della violenza contro le donne.
Negli ultimi anni, in molti comuni italiani ci sono installazioni di questo tipo. Le panchine rosa sono diventate un simbolo di solidarietà e di impegno collettivo nella lotta contro ogni forma di violenza e discriminazione di genere.
L'iniziativa delle Panchine Rosa ha guadagnato popolarità in molte nazioni ed è spesso associata a eventi di denuncia e di memoria durante giornate significative, come la Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra il 25 novembre.
Ma come può una panchina dare il via ad una rivoluzione culturale? È chiaro che le panchine rose o rosse da sole non sono sufficienti a combattere la violenza di genere.
Dopotutto si tratta di un fenomeno complesso e diffuso, che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, principalmente donne, ma anche uomini e persone appartenenti a comunità LGBTQ+.
Tuttavia, la sensibilizzazione è una delle strade da percorrere per tentare di contrastare il triste fenomeno. Una panchina, da sola, non può risolvere un retaggio culturale che si protrae da millenni, ma può aprire al dialogo.
Per comprendere che si tratta di un problema sociale e culturale il primo passo è affrontare il problema.
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