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Cronaca
23 Giugno 2024 - 23:21
Alpinisti bloccati in alta quota (immagine creata con l'intelligenza artificiale)
Tre alpinisti bloccati sulla parete del Nord del Gran Paradiso sono stati raggiunti via terra dai soccorritori per via dell'impossibilità di arrivare sul posto in elicottero a causa del maltempo.
La chiamata alla Centrale unica del soccorso della Valle d'Aosta è arrivata alle 10 di oggi.
I tre, fermi a quota 3.900 metri, hanno riferito di essere scivolati ma di non avere particolari problemi sanitari.
Considerate le condizioni meteorologiche, è stata attivata una squadra via terra composta da tecnici del Soccorso alpino valdostano e militari del Soccorso alpino della guardia di finanza di Entrèves.
I cinque soccorritori sono stati portati in elicottero a quota 3.300 metri e da lì si sono mossi verso la vetta del Gran Paradiso, seguendo la via normale.
Gli alpinisti sono stati raggiunti alle ore 13.30, infreddoliti ma in grado di iniziare la discesa aiutati da tecnici del Sav e militari del Sagf.
Soccorso alpino (archivio)
La montagna, con la sua maestosità e la sua bellezza mozzafiato, è spesso una destinazione ambita per escursionisti e alpinisti. Tuttavia, a oltre 3.000 metri di quota, le condizioni possono diventare estreme e, in caso di maltempo, le sfide da affrontare possono essere molteplici e potenzialmente pericolose. Essere bloccati a questa altitudine a causa del maltempo richiede preparazione, resistenza e una conoscenza approfondita dell'ambiente montano.
Sopra i 3.000 metri di altitudine, il tempo può cambiare rapidamente e in modo imprevedibile. Tempeste di neve, nebbia fitta, vento forte e temperature gelide sono solo alcune delle condizioni che possono verificarsi. Questi fenomeni meteorologici estremi possono ridurre drasticamente la visibilità, rendendo difficile orientarsi e trovare riparo. Il rischio di ipotermia e congelamento aumenta significativamente quando le temperature scendono sotto lo zero e i venti gelidi amplificano la sensazione di freddo.
L'alta quota comporta una ridotta pressione dell'ossigeno, che può portare al mal di montagna acuto (AMS). I sintomi includono mal di testa, nausea, vertigini e affaticamento. In casi gravi, l'AMS può evolvere in edema polmonare o cerebrale, condizioni potenzialmente letali. Inoltre, la mancanza di ossigeno può influenzare la capacità di prendere decisioni rapide e accurate, essenziale in situazioni di emergenza.
L'isolamento prolungato e la consapevolezza di essere bloccati possono avere un impatto significativo sulla salute mentale. La solitudine, la paura e l'ansia possono insorgere rapidamente, peggiorando la capacità di pensare chiaramente e prendere decisioni razionali. Il supporto psicologico, in queste circostanze, è fondamentale, ma spesso difficile da ottenere in alta montagna.
Per mitigare i rischi associati all'essere bloccati a 3.000 metri di quota, è essenziale una preparazione meticolosa:
1. Pianificazione e preparazione: informarsi sulle condizioni meteorologiche prima di partire e avere un piano di emergenza in caso di maltempo. Portare con sé attrezzature adeguate, inclusi abiti termici, cibo, acqua e un kit di pronto soccorso.
2. Formazione e conoscenza: acquisire competenze di primo soccorso, orientamento e sopravvivenza in condizioni estreme. Conoscere i sintomi del mal di montagna e come trattarli.
3. Comunicazione: informare amici o familiari del proprio itinerario e dei tempi previsti. Utilizzare dispositivi di comunicazione satellitare per garantire la possibilità di chiamare i soccorsi in caso di emergenza.
4. Adattamento graduale: acclimatarsi gradualmente all'altitudine per ridurre il rischio di mal di montagna. Pianificare tappe intermedie per consentire al corpo di adattarsi alla diminuzione di ossigeno.
Essere bloccati ad oltre 3.000 metri di quota a causa del maltempo presenta sfide significative che richiedono preparazione fisica, mentale e logistica.
La montagna non perdona l'improvvisazione, e solo con un'attenta pianificazione e una consapevolezza dei pericoli si può sperare di superare indenni tali situazioni. L'esperienza e la prudenza rimangono le migliori alleate di chi decide di avventurarsi in alta quota.
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