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Cronaca

Horror famigliare in Canavese: padre abusa della figlia di 14 anni e la costringe a prostituirsi per droga

C’è una ragazzina con disabilità cognitive e c’è un padre che la abusa sessualmente

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Una vicenda di abusi e degrado che definire scioccante è dire poco. Succede tutto in un piccolo comune del Canavese a pochi chilometri da Ivrea. C’è una ragazzina di 14 anni con disabilità cognitive e c’è un padre che la abusa sessualmente e la costringe a prostituirsi, con amici e conoscenti, per procurare a lui il denaro che gli serve per acquistare droga. 

Il caso è emerso lo scorso settembre, quando le insegnanti della ragazza hanno notato segni di disagio e hanno avvisato gli assistenti sociali che a loro volta hanno coinvolto la procura dei minori, avviando così un’inchiesta preliminare, successivamente trasferita alla procura ordinaria di Ivrea. Ne è venuto fuori un contesto familiare di estrema crudeltà e violenza.

Durante la prima audizione protetta, la quattordicenne ha accusato il fratello maggiore di essere l’autore degli abusi. Le accuse si sono poi rivelate infondate e, dopo ulteriori colloqui con una psicologa, è venuta a galla la verità. 

 “Papà mi mette le mani addosso e mi costringe a incontrare altre persone. Dice che servono soldi a casa”, ha confessato la giovane, svelando così il suo terribile calvario.

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Le dichiarazioni della ragazza rappresentano solo un estratto delle descrizioni strazianti fornite agli investigatori. Grazie a questi dettagli, è stato possibile aprire un fascicolo per violenza sessuale contro il padre.

Questo caso, come ricordano alcuni siti di informazione, porta diritti ad un’altra drammatica vicenda accaduta a Torino un anno fa, dove un uomo di 35 anni di origini filippine, incensurato, di professione lavapiatti, aveva messo incinta la figlia di 13 anni. L’uomo era poi stato arrestato in flagranza di reato mentre violentava la figlia in ospedale.

La giovane, incinta di diversi mesi, si era rivolta ai medici del Sant’Anna chiedendo informazioni sulla gravidanza e sul parto.

Le sue risposte evasive alle domande sui dettagli della gravidanza avevano insospettito i medici, che avevano prontamente segnalato il caso agli investigatori. Con delle telecamere installate di nascosto era poi venuta fuori la verità e le violenze, per due giorni consecutive.

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