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Cronaca
03 Maggio 2024 - 11:32
Tragedia nella mattinata di oggi, venerdì 3 maggio, a Nole, dove un neonato di circa un mese è stato ritrovato senza vita nella sua culla. A dare l'allarme sono stati proprio i genitori, che hanno immediatamente chiamato il 118.
I soccorsi sono giunti sul posto nel giro di pochissimo, con un'ambulanza e anche un elicottero sanitario atterrato poco distante dall'abitazione: nonostante l'intervento tempestivo, per il piccolo non c'è stato nulla da fare.
Una tragedia che ha lasciato scossa tutta la comunità nolese, con anche il sindaco Luca Bertino e la polizia locale di Nole accorsi sul posto. Attualmente le indagini per fare chiarezza su quanto accaduto sono nelle mani dei carabinieri di Mathi. L'ipotesi principale è che si sia trattato di un caso di sindrome della morte improvvisa del lattante (Sids), un fenomeno che colpisce bambini tra un mese e un anno di età e che rimane difficile da prevenire, nonostante le ricerche indichino possibili fattori di rischio legati a anomalie nei sistemi di regolazione corporea del bambino.
La Sindrome da Morte Improvvisa del Lattante (SIDS) continua ad essere una preoccupazione significativa, incidendo su circa 1.386 neonati nel 2020 (stando ai dati riportati negli USA). Anche se il numero di casi di SIDS è diminuito significativamente dagli anni '90, la tendenza ha mostrato un lieve aumento nel 2020 rispetto all'anno precedente. La SIDS rappresenta la causa principale all'interno del gruppo più ampio delle morti improvvise infantili non spiegate (SUID), che comprendono anche cause sconosciute e soffocamento accidentale o strangolamento nel letto.
Un fattore chiave dietro la diminuzione dei casi di SIDS negli anni è stato l'adozione di raccomandazioni per un sonno sicuro pubblicate dalla American Academy of Pediatrics nel 1992 e la campagna Safe to Sleep lanciata nel 1994. Questi sforzi hanno contribuito a ridurre i tassi di SIDS da 130,27 morti ogni 100.000 nascite vive nel 1990 a 38,4 nel 2020.
Le cause della SIDS non sono completamente comprese, ma si pensa che includano sia fattori fisici che ambientali. Fattori di rischio identificati includono il dormire a pancia in giù o di lato, l'esposizione al fumo passivo e l'ipertermia. Anche condizioni fisiche, come anomalie nel cervello che influenzano la respirazione e il risveglio, possono aumentare il rischio
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