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Pont Canavese

Insulta l'avversario per il colore della pelle: calciatore squalificato per 10 giornate. Dopo la partita un genitore è stato aggredito

Il giudice sportivo infligge una pesante squalificata al 17enne reo di aver alzato il livello di tensione della partita di calcio giovanile tra Atletico Pont e Druentina. Al termine dell'incontro è stato aggredito il padre di un calciatore, finito in ospedale con la gamba rotta

Pont Canavese

Sull'aggressione a Pont Canavese stanno indagando i carabinieri di Ivrea

Dieci giornate di squalifica per insulti razzisti ad un avversario.

E' il provvedimento disciplinare adottato dal giudice sportivo della Lega Nazionale Dilettanti, delegazione di Ivrea, nei confronti di un calciatore dell'under 17 della Druentina, squadra del torinese che domenica scorsa era impegnata in una partita del campionato giovanile a Pont Canavese.

A fine gara, davanti agli spogliatoi, l'arbitro ha individuato il ragazzo quale autore di varie frasi offensive nei confronti di giocatori dell'Atletico Pont ed in particolare, come si legge sul comunicato ufficiale, di "chiari insulti a sfondo razziale per provenienza territoriale - etnica che innalzavano la tensione tra i giocatori ed i tifosi presenti".

Tuttavia, i rappresentanti della Druentina negano queste accuse e sostengono di essere stati loro stessi vittime di offese verbali.

Al termine della partita, nei parcheggi di via Roma di fronte al centro sportivo, si è poi registrata anche un'aggressione ad un genitore di un calciatore della Druentina, costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso.

La vittima dell'aggressione è uomo di 50 anni, residente a Rivoli, padre di un ragazzo che milita nella squadra Under 17 della Druentina: è stato trasportato d’urgenza all’Ospedale Gradenigo, dove gli è stata diagnosticata la frattura della rotula, del perone e del legamento crociato della gamba sinistra.

Sull'episodio, che potrebbe essere legato a quanto avvenuto negli spogliatoi, sono in corso le indagini dei carabinieri della compagnia di Ivrea.

Sull'accaduto indagano i carabinieri di Ivrea

La comunità sportiva è in stato di shock e indignazione per questo episodio di violenza, che mette in luce la necessità di promuovere il rispetto e la tolleranza all’interno degli impianti di calcio e oltre. Il calcio, che dovrebbe essere un momento di svago e passione, non può e non deve trasformarsi in un campo di battaglia. La speranza è che giustizia sia fatta e che situazioni simili possano essere prevenute in futuro.

Purtroppo il mondo del calcio continua ad essere ostaggio della violenza. Anche quello giovanile. A volte basta veramente poco per distruggere quello che a fatica si cerca di creare tra i ragazzi.

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