Nel tardo pomeriggio di oggi, sabato 13 gennaio, nell'oscurità di Vicolo San Giuseppe a Villanova Canavese, un neonato è stato scoperto in circostanze scioccanti, abbandonato all'interno di un cassonetto dei rifiuti.
L'allarme è scattato quando un operaio di 49 anni, residente nelle vicinanze, è stato attirato dai lamenti provenienti dal contenitore. Il ritrovamento ha immediatamente messo in moto i soccorsi e le autorità locali.
Vicolo San Giuseppe a Villanova Canavese, dove è stato ritrovato il bambino
Il piccolo, un maschio, giaceva all'interno di un sacchetto di plastica, con la placenta e il cordone ombelicale ancora intatti, testimoni muti del suo tragico inizio.
Sul luogo sono intervenuti prontamente i sanitari del 118 e i carabinieri, che hanno assicurato le cure necessarie al neonato e lo hanno trasportato d'urgenza all'ospedale di Ciriè; al momento del ritrovamento il bambino era cianotico, quasi bluastro e prossimo al congelamento. Fortunatamente, da quanto trapela dalle prime informazioni fornite dalle fonti investigative, il piccolo gode di buona salute nonostante le circostanze strazianti del suo ritrovamento.
L'ospedale di Ciriè, a poco più di 5km da Villanova
Una vicenda, quella di oggi, che ha scosso la comunità di Villanova Canavese, un tranquillo paese con oltre mille abitanti situato a meno di trenta chilometri a nord di Torino, in direzione delle Valli di Lanzo. La tempestiva chiamata ai soccorsi da parte dell'operaio che ha udito i pianti del neonato ha scongiurato una tragedia ancor più grave.
Il giorno dopo
Dopo una notte in osservazione all'ospedale di Ciriè, il neonato abbandonato in un bidone dei rifiuti a Villanova sta bene e rimane sotto osservazione. I medici dell'ospedale di Ciriè, che l'hanno preso in cura dopo l'intervento dei carabinieri e del personale del 118, lo hanno chiamato Lorenzo.
"Fortunatamente dal suo abbandono al ritrovamento non è passato molto tempo, ma è arrivato in ospedale in ipotermia - spiega il direttore del reparto di pediatria Adalberto Brach del Prever - quindi dal suo arrivo è tenuto in incubatrice per motivi di sicurezza, ma è in buone condizioni di salute. Pesa più di tre chilogrammi e al momento non emergono particolari problematiche".
Intanto proseguono gli accertamenti dei carabinieri della compagnia di Venaria Reale, coordinati dalla procura di Ivrea, per ricostruire l'accaduto.
Il dramma dei bambini abbandonati
Partendo da Enea, lasciato alla clinica Mangalli di Milano a Pasqua, e arrivando alla piccola partorita in un capannone e poi portata in ospedale e non riconosciuta dalla madre. Quella dei bambini abbandonati è una storia che in Italia ha fatto molto discutere; a maggior ragione in questi giorni, quando sono stati divulgati alcuni studi che parlavano di circa 3000 neonati abbandonati ogni anno.
A fare chiarezza è subito intervenuta la SIN (Società Italiana Neonatologia), che ha spiegato come il dato in questione (ormai superato) facesse riferimento al 2013. Indagini più recenti, condotte su un centinaio di Centri Nascite sparsi in giro per la penisola, parlano di cifre molto più basse: sono stati 56 i neonati non riconosciuti dalle mamme italiane su un totale di 80.060 bambini nati. Nello specifico, nel 62,5% dei casi si tratta di neonati non riconosciuti da madri straniere e nel 37,5% da mamme italiane che molto spesso hanno un’età compresa tra i 18 e i 30 anni.
Soli, impauriti e troppo piccoli per rendersi conto del dramma vissuto.
In Italia la pena (regolata dall'articolo 592 del codice penale) per chiunque abbandoni un neonato può andare dai 3 mesi di reclusione fino a un anno; la detenzione passa da sei mesi a due anni nel caso in cui a seguito dell'abbandono il piccolo dovesse perdere la vita.