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Cronaca

Entrano in casa incappucciati e lui spara: ecco come il nipote di Vincenzo Lancia ha messo in fuga i ladri

Marco Gatti torna alla ribalta delle cronache dopo il rapimento avvenuto nel 1979, quando venne rapito per 88 giorni da un commando

Entrano in casa incappucciati e lui spara: ecco come il nipote di Vincenzo Lancia ha messo in fuga i ladri

L'imprenditore ha sparato 3 colpi di pistola mettendo in fuga i malviventi

Deve aver rivissuto l'incubo di 44 anni fa, quando venne rapito da un commando. Così, quando ha visto quegli uomini incappucciati, non ha avuto esitazioni ed ha sparato. 

Ha sparato in aria e ha messo in fuga tre persone incappucciate che si erano introdotte nella sua villa sulla collina torinese, a Moncalieri: si tratta di Marco Gatta, 66 anni, nipote di Vincenzo Lancia, pilota e fondatore del celebre marchio automobilistico che aveva sede a Torino e lo stabilimento a Chivasso.

Vincenzo Lancia è stato un pilota ed un imprenditore italiano, fondatore dell'omonima casa automobilistica. E' il nonno di Marco Gatta

Proprio Gatta, figlio di Mimma Lancia e del pilota di rally e imprenditore Fernando Gatta, venne rapito nel gennaio del 1979 e rilasciato dopo tre mesi e il pagamento di un riscatto da 750 milioni di lire.

L'episodio che riguarda i tre incappucciati risale a domenica sera e a riportarlo sono dei quotidiani locali.

I tre colpi sono stati sparati dall'imprenditore con una pistola regolarmente detenuta e i carabinieri, poi intervenuti sul posto, non hanno trovato tracce di sangue che facciano pensare al ferimento di uno dei malviventi che si erano introdotti nella villa.

Gli investigatori stanno cercando ora di individuare i malviventi attraverso le numerose telecamere private presenti in zona, partendo dal rintracciare il mezzo con cui i tre sono fuggiti. 

Il rapimento del 1979

Marco Gatta, all'epoca 22enne, venne rapito con un amico, Fabrizio Cognini, dinanzi al "Polo club" di Nichelino da un "commando" che aveva simulato un incidente stradale.

Fabrizio Cognini, il trentenne amico della vittima, prelevato anch'egli e infilato a viva forza nella "132" dei malviventi e poi "scaricato" in aperta campagna, alla periferia di Buriasio, aveva ripetuto i dettagli delle drammatiche sequenze di cui è stato uno dei protagonisti, consentendo agli inquirenti di mettere a fuoco nuovi particolari.

Ha raccontato: "Erano in quattro, armati e mascherati. Non hanno parlato molto. Hanno detto: 'Su, bravi, non fate storie, salite'. Io e Marco ci siamo guardati un attimo, poi abbiamo ubbidito".

Marco Gatta venne rilasciato 88 giorni dopo dietro il pagamento di 750 milioni di lire.

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