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Caluso

Non c'è il giudice, salta il processo per il disastro ferroviario del passaggio a livello di Arè

Questa mattina si sarebbe dovuta tenere la prima udienza del processo penale per l'incidente di 5 anni fa nella frazione Arè di Caluso. La sorella di una delle vittime: "Questo ennesimo rinvio fa male al cuore"

Non c'è il giudice, salta il processo per il disastro ferroviario del passaggio a livello

La scena che si presentò ai soccorritori la

La giudice è incompatibile e il processo si deve rinviare.

“Si è in attesa di un altro magistrato che possa svolgere funzioni di presidente del Collegio. Nella sezione vi sono solo i giudici a latere idonei (Lucrezia Natta e Andrea Cavoti)”.

Sono le parole lette nel dispositivo con il quale questa mattina la giudice Stefania Cugge ha avvisato pubblico ministero, avvocati e parti civili che il processo per il disastro ferroviario al passaggio a livello ad Arè di Caluso la sera del 23 maggio 2018 è stato rinviato al 2 febbraio 2024. Quando dalla data della tragedia saranno trascorsi sei anni. 

Ieri in tribunale a Ivrea avrebbe dovuto aprirsi il processo che vede imputati l'autista del trasporto eccezionale, Darius Zujis, e Wolfang Oberhoffer, legale rappresentate della Translog, la ditta che aveva chiesto l'autorizzazione del trasporto eccezionale fermo al passaggio a livello e che provocò il deragliamento del treno diretto a Ivrea, la morte di due persone e il ferimento di una ventina di passeggeri.

Maria Antonietta Madau con il legale Nardella all'uscita dal tribunale

Al termine della lettura del dispositivo, è esplosa la rabbia. Questo ennesimo rinvio fa male al cuore. E mio fratello manca come l'aria che respiro” è stato il commendo di Maria Antonietta Madau, sorella di Roberto, il macchinista del treno morto quella sera.

All'uscita da palazzo di giustizia l'avvocato Maria Antonietta Nardella ha provato a consolare la sua assistita, Maria Antonietta Madau, che non si dà pace: “E' sempre un continuo ricordo di quella notte e questo ennesimo rinvio non fa altro che vedere sempre più lontana la possibilità di avere giustizia”.

La sorella del macchinista è parte civile insieme a Trenitalia, Rfi e ad altre posizioni come la capotreno Morena Guana (ferita), il marito Oscar Notte e altri due passeggeri contusi: Manuela Amà e Marco Imparato.

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