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Cronaca
09 Ottobre 2023 - 20:07
Guardia di Finanza (archivio)
In alcuni casi i lavori non erano mai partiti.
In altri addirittura non esistevano proprio al catasto gli edifici su cui si sarebbe dovuto intervenire.
In altri ancora non era citato nemmeno il Comune nei documenti depositati.
Insomma, era un gran casino creato ad arte.
Eppure un gruppo di truffatori era riuscito a presentare progetti e accedere ai Bonus edilizi dal 110 al risparmio energetico. E in tutto era riuscito ad incassare 2,5 miliardi di crediti fiscali. Una cifra monstre.
Un vero e proprio record a livello nazionale, che ha toccato mezza Italia ed è arrivato anche nel Torinese, con casi ad Almese, Borgone di Susa e Cavagnolo.
La Guardia di finanza di Asti ha scoperchiato il vaso di pandora e fatto saltare tutto, partendo con arresti e sequestri milionari.
Il 22 marzo scorso le Fiamme gialle astigiane avevano compiuto 10 arresti e 73 perquisizioni in tutta Italia, sequestrando “cassetti fiscali” contenenti crediti d’imposta ritenuti falsi per oltre 1 miliardo e mezzo. Poi, a maggio, si sono aggiunti altri 700 milioni di euro. Con l’ultimo sequestro della scorsa settimana di altri 196 milioni negli ultimi giorni.
“Ho tutte le fatture, inesistenti ma ce l’ho” diceva uno degli indagati in una telefonata intercettata dalla Finanza.
I soldi sono riconducibili a due società e a 27 persone non coinvolte nell’operazione iniziale: tutte risultano essere intestatarie di partita Iva indigenti, titolari di società inattive o nullatenenti ed evasori totali sconosciuti al fisco.
Secondo gli atti, avevano incassato i crediti dei Bonus, che poi versavano conti correnti in Cina. E intanto non facevano i lavori. Anche perché gli immobili non esistevano o non erano loro.
Nell’ultimo atto dell’operazione è finito in manette l’undicesimo protagonista della truffa, il 64enne C.C., di casa a Castel Volturno, nel casertano. I finanzieri gli hanno anche sequestrato 463mila euro di illecito profitto ai danni dello Stato.
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