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Cronaca

Studenti aggrediti da neofascisti a Torino: "Se aprite bocca vi sgozziamo"

I due studenti erano di turno di guardia all'accampamento di tende piantate nel giardino a pochi metri dal campus universitario Einaudi, dove l'Udu da alcuni giorni protesta contro il caro affitti

Studenti aggrediti da neofascisti a Torino: "Se aprite bocca vi sgozziamo"

"Se aprite bocca vi sgozziamo".

Si respira ancora la paura di quei momenti, pochi, ma interminabili minuti, nel racconto di Andrea Pennacchio, segretario torinese dei Giovani democratici e di Lorena Cannata, coordinatrice dell'Unione degli universitari, aggrediti la scorsa notte a Torino, poco dopo le 3, da un gruppo di neofascisti, armati di un taglierino.

I due studenti erano di turno di guardia all'accampamento di tende piantate nel giardino a pochi metri dal campus universitario Einaudi, dove l'Udu da alcuni giorni protesta contro il caro affitti.

"Sono arrivati in tre, a bordo di un'auto scura - raccontano i giovani - Indossavano abiti neri. Uno di loro si è avventato contro uno striscione di un'altra organizzazione, 'Cambiare rotta' e lo ha staccato. A quel punto si sono accorti della nostra presenza".

Quello che secondo Cannata e Pennacchio era il più anziano dei tre aggressori ("avrà avuto una trentina di anni, con i capelli rasati, mentre gli altri due erano sulla ventina") inizia a fare il segno di stare zitti, di non svegliare gli altri attivisti che dormono nelle tende.

"Prima con il dito sulla bocca, poi ha estratto la lama e ha fatto il segno di tagliarci la gola".

Dietro gli altri due intanto fanno saluti romani e inneggiano al duce.

"L'uomo con la lama in pugno si è avvicinato a pochi metri da noi e ha rubato le nostre bandiere", dice Lorena, che ha incominciato a urlare verso i suoi tre compagni, rimasti fino a quel momento in tenda.

I neofascisti risalgono in auto "Zecche di m....", gridano prima di allontanarsi a tutto gas.

Lorena e Andrea chiamano la polizia che arriva sul posto. Questa mattina la denuncia.

Cannata e Pennacchio hanno descritto nei minimi particolari quanto accaduto, ma soprattutto i volti, degli aggressori, la loro fisionomia, per aiutare la Digos a identificarli.

"A chi nega il pericolo fascista rispondiamo che questa notte l'abbiamo visto in faccia, temendo per la nostra incolumità e per quella dei compagni dentro le tende - commenta Pennacchio-. Non ci faremo intimidire e chiamiamo alla mobilitazione tutte le organizzazioni antifasciste per rivendicare il diritto di scioperare per la giustizia sociale".

Molti gli attestati di solidarietà, come quello del segretario regionale del Pd, Domenico Rossi, rivolgendosi alle vittime dell'aggressione li rincuora: "Non siete soli - ha detto l'esponente Dem ai ragazzi - Continueremo a lottare con voi fino a quando tutti i diritti previsti dalla nostra carta costituzionale saranno ridimensionati, messi in discussione o negati".

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