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Cronaca

Strage di Brandizzo: scritta "Assassini" di fronte alla Sigifer. Parla l'avvocato di Gibin: "E' distrutto e spaventato"

Questa mattina sono riprese le audizioni in Procura

sigifer

"Assassini! Basta appalti" è la scritta trovata questa mattina di fronte alla SiGiFer di Borgo Vercelli

Una gigantesca scritta 'Assassini. Basta appalti', in vernice rossa, è stata tracciata nella notte a Borgo Vercelli sulla strada davanti all'ingresso della Sigifer, l'azienda per la quale lavoravano i cinque operai uccisi dal treno a Brandizzo.

Accanto alla parole una piccola stella a cinque punte.

Uno dei due indagati nell'inchiesta, coordinata dalla Procura di Ivrea, è Andrea Girardin Gibin, capocantiere della Sigifer.

"Il mio assistito è in condizioni di disperazione, di prostrazione, di spavento - ha detto l'avvocato Massimo Mussato, legale di Gibin, questa mattina all'ingresso della Procura eporediese -. E' addolorato: ha perso i suoi amici, i suoi compagni. Ha un processo da affrontare con un'accusa al momento molto pesante che sono convinto che si trasformerà nel tempo con una conduzione alla sua naturale destinazione".

L'altro indagato è il tecnico Rfi Antonio Massa.

La settimana scorsa negli uffici della procura eporediese sono stati sentiti alcuni dipendenti ed ex dipendenti dell'azienda vercellese.

Questa sera nel Duomo di Vercelli è in programma una veglia di preghiera convocata dall'arcivescovo Marco Arnolfo.

Le parole del Papa

"Mi vengono in mente i fratelli che il treno ha ucciso, stavano lavorando..".

Papa Francesco

Così papa Francesco questa mattina ha ricordato le vittime dell'incidente di Brandizzo ricevendo in udienza i membri dell'Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro in occasione dell'80/mo anniversario della fondazione.

Bergoglio ha più volte sottolineato l'importanza della sicurezza del lavoro spiegando che "le tragedie e i drammi nei luoghi di lavoro purtroppo non cessano, nonostante la tecnologia di cui disponiamo per favorire luoghi e tempi sicuri. A volte sembra di sentire un bollettino di guerra".

"La sicurezza sul lavoro è come l'aria che respiriamo - ha detto il Papa -: ci accorgiamo della sua importanza solo quando viene tragicamente a mancare, ed è sempre troppo tardi!".

Francesco ha lanciato un appello a non abituarsi a queste tragedie, "né rassegnarci all'indifferenza verso gli infortuni".

"Non possiamo accettare lo scarto della vita umana - le sue parole -. Le morti e gli infortuni sono un tragico impoverimento sociale che riguarda tutti, non solo le imprese o le famiglie coinvolte. Non dobbiamo stancarci di imparare e reimparare l'arte del prenderci cura, in nome della comune umanità. La sicurezza, infatti, non è solo garantita da una buona legislazione, che va fatta rispettare, ma anche dalla capacità di vivere da fratelli e sorelle nei luoghi di lavoro".

Secondo Bergoglio, "la sicurezza sul lavoro" è "il primo dovere e la prima forma di bene" per ogni datore di lavoro. "Sono invece diffuse forme che vanno in senso opposto e che in una parola si possono chiamare di carewashing - ha concluso -. Accade quando imprenditori o legislatori, invece di investire sulla sicurezza, preferiscono lavarsi la coscienza con qualche opera benefica".

"La responsabilità verso i lavoratori - chiosa Bergoglio - è prioritaria: la vita non si smercia per alcuna ragione, tanto più se è povera, precaria e fragile. Siamo esseri umani e non macchinari, persone uniche e non pezzi di ricambio".

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