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Cronaca
09 Settembre 2023 - 09:17
Alcuni dei beni sequestrati alla donna
Ai suoi clienti prometteva rendite a tassi che variavano dal 15 al 18 per cento. A lei si erano affidati suoi clienti di quando era agente in banca Fideuram: imprenditori, liberi professionisti ma anche semplici risparmiatori. E lei gestiva somme ingenti, anche 500 mila euro a cliente.
Ora Daniela Sanza, ex broker di Oglianico, è finita nei guai. La Guardia di Finanza di Ivrea le ha notificato un’ordinanza dell’obbligo di dimora nel comune di Oglianico.
Il pm Mattia Cravero le contesta il reato di abusivismo finanziario in quanto non più iscritta all’albo dei consulenti finanziari. I militari agli ordini del maggiore Francesco Dascanio le hanno sequestrato due auto (una Fiat 500 e una Peugeot 2008) e tre orologi di lusso: un Rolex, un Audemars Piguet e un Cartier. Non è oggetto di sequestro la villa dove risiede.
I finanzieri hanno ricostruito il sistema orchestrato dalla broker. Il rapporto di intermediazione tra lei e i risparmiatori veniva siglato con la sottoscrizione tra le parti di una “lettera di incarico”, in cui, a fronte delle prestazioni finanziarie rese, era pattuito il riconoscimento di un compenso parametrato agli importi realizzati.
Ottenuta l’adesione dei potenziali clienti, la ex consulente finanziaria richiedeva loro di accendere un conto corrente ad hoc presso un noto istituto di credito, su cui fare confluire il capitale da investire e, nel contempo, di consegnargli le credenziali per accedere ai sistemi informatici bancari.
Successivamente, attraverso il servizio di home-banking, lo stesso convertiva parte delle somme depositate sui conti correnti in USD e, quindi, effettuava attività di compravendita giornaliera dei titoli azionari sul mercato americano (con la tecnica del c.d. trading intraday).
La broker eseguiva le operazioni di investimento avvalendosi delle disponibilità presenti o direttamente sui conti correnti accesi dai singoli risparmiatori o su conti correnti “recipiente”, intestati a persone rientranti nella propria cerchia familiare (su cui venivano bonificate somme di denaro tratte dai conti correnti dei clienti).
I risultati della gestione finanziaria erano tuttavia, nella maggior parte dei casi, negativi (anche in conseguenza del frequente ricorso alla “leva finanziaria”, utilizzata invano per cercare di aumentare i rendimenti ottenuti dalla compravendita dei titoli azionari).
La broker pertanto, al fine di illudere i risparmiatori circa il buon esito delle proprie attività di trading, bonificava, secondo le scadenze pattuite, l’importo dei presunti rendimenti conseguiti, utilizzando in parte quote dello stesso capitale versato dai risparmiatori e, in parte, somme distratte dai conti correnti di altri clienti e di famigliari secondo le dinamiche del noto “schema Ponzi”. Ciò fino a quando l’esiguità delle provviste complessivamente disponibili non ha reso più sostenibile tale meccanismo.
L’inchiesta è partita con le prime denunce presentate da una coppia di risparmiatori assistiti dall’avvocato Andrea Bertano e che avevano affidato a Daniela Senza la gestione di oltre mezzo milione di euro. Man mano nella rete della ex consulente finanziario risultano complessivamente caduti 56 ignari investitori, i quali hanno affidato allo stesso risparmi per oltre 10 milioni di euro.
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