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Bardonecchia
14 Agosto 2023 - 19:30
"Un boato fortissimo. Poi il panico". Un'ondata di fango e acqua "alta sette metri". La sensazione che "tremasse la casa e tutto il paese".
A Bardonecchia, imprevista e imprevedibile, l'apocalisse è arrivata ieri sera durante una di quelle sagre di paese che rallegrano le vacanze estive con musica e buon cibo.
Il Frejus, il torrentello che attraversa la cittadina, è diventato un gigante carico di fango e di pietrisco, un gigante nato da una bomba d'acqua in un punto remoto e assai circoscritto fra le montagne dell'Alta Valle di Susa al confine fra Italia e Francia.
Nell'incontrare il primo ponte ha generato un'ondata violentissima che si è abbattuta su una piazzola; quindi è esondato, ha schiaffeggiato un secondo ponte, demolendone i parapetti, e poi un terzo.
"Siamo rimasti bloccati nella via - raccontano due giovani, Giorgio e Maria Cristina - mentre la gente che saliva gridava di non scendere e quella che scendeva diceva di non salire. Poi ci è arrivata la voce che più a monte c'era un varco percorribile".
Quando il Frejus ha superato l'argine il mix di acqua e fango è arrivato a coprire i segnali stradali e le auto parcheggiate; a decine sono state trascinate verso valle, alcune oltre il confine del territorio comunale. Un condominio è stato allagato, da un albergo c'è stato il fuggi fuggi; danni sono stati riportati dal caseggiato che ospita il commissariato di polizia (rimasto operativo). Il bilancio è di circa 120 sfollati, tutti rientrati nel corso della giornata di oggi.
Molti residenti sono rimasti senza acqua né luce né gas. I 5 ospiti dell'albergo danneggiato dati per dispersi sono stati rintracciati, tutti sani e salvi "Ci siamo svegliati con tanta apprensione - riferisce Marco Gabusi, assessore regionale alla protezione civile - perché si parlava di cinque persone irreperibili. Grazie alla sindaca Chiara Rossetti e al coordinamento con i nostri operatori abbiamo accertato che era un falso allarme".
Gli esperti la chiamano 'colata detritica' o 'debris flow'. Un evento che, a detta di Gabusi e della sindaca Chiara Rossetti, è stato anomalo e impossibile da anticipare.
"Tutto ha avuto origine - spiegano all'unità di crisi allestita al Centro Congressi - da un nubifragio concentrato su una piccola porzione di montagna. Figuratevi che la stazione di Rochemolles, sull'altro versante, ha registrato solo 3 millimetri di pioggia, e che a Bardonecchia non ha neppure piovuto".
Masse di fango e acqua sono ruzzolate fino al Frejus; una parte del materiale è stata trattenuta da dispositivi chiamati 'briglie', ma il resto ha preso possesso del torrente. La scena che stamani si presentava a Bardonecchia lungo il corso del Frejus era surreale: il torrente era tornato a essere poco più di un rigagnolo, ma il greto era più alto di cinque o sei metri; uno dei ponti era indistinguibile dalla massa di fango che lo nascondeva. Fra operatori della protezione civile, vigili del fuoco, poliziotti, carabinieri, finanzieri e persino elementi della gendarmeria francese, il confine è ad un sospiro, oltre duecento persone si sono messe al lavoro per ripulire e dare una mano.
"Siamo qui per dare una mano e lo facciamo volentieri", dice una turista di un campeggio. "È venuta la Protezione Civile - racconta- per chiedere se c'erano volontari disposti a spalare. Dal campeggio sabbiamo aderito in almeno una ventina e abbiamo portato qui le nostre pale del campeggio che servono per la neve. È molto faticoso ma se possiamo dare una mano lo facciamo volentieri".
Anche se la massa di turisti e di curiosi non ha reso le cose semplici, mentre a pochi isolati il 'passeggio' fra bar e negozi è continuato come al solito. "La macchina dei soccorsi ha funzionato", commenta Gabusi. Il presidente della Regione, Alberto Cirio, ha firmato la richiesta dello stato di emergenza. "Il governo sosterrà ogni sforzo contro i danni" ha assicurato il vice premier Tajani.
Dopo una notte di spavento e preoccupazione, passata ad osservare il torrente che esonda, spacca argini ed 'esplode' sotto al ponte della stazione, i residenti di Bardonecchia fanno la conta dei danni. E chi è rimasto senza luce e senza acqua in casa, o ha l'auto posteggiata in uno dei tanti garage allagati, si prepara a lasciare il paese.
"Eravamo in casa e abbiamo sentito un boato come una bomba", racconta Angela Camani, pensionata di Torino in villeggiatura nel condominio Mardouvine, che si trova in via Papa Giovanni XXIII, a tre metri dal rio. "Ero sul balcone del secondo piano - prosegue - terrorizzata dal frastuono. Il balcone tremava. E anche la casa. Vedevo scendere acqua a tutto spiano con grandi massi e onde alte sette metri. Ho avuto paura, tanta".
"Il ponte della stazione si è intasato e ha fatto da tappo - commentano molti inquilini - come è successo altre volte. Eppure nessuno ha fatto mai niente. In caso di frane o bombe d'acqua le pietre e i massi rotolano giù e si bloccano lì sotto, perché il letto è basso. E' da 30 anni che succede"..
Molte persone sono proprietarie di seconde case e si preparano a lasciare Bardonecchia. "Siamo senza luce e senza acqua, la vacanza è finita, torniamo a Torino", dice - con le valigie in mano - Filippo Lomonaco, studente del Politecnico di Torino. Lo seguono i suoi tre amici.
"Per fortuna che la nostra auto era posteggiata per strada, se fosse stata nei garage interrati non potremmo partire", aggiunge. Ma oltre alla paura, e allo sconforto, c'è anche rabbia, tra i residenti delle case vicine al rio.
"Il ponte della stazione si è intasato e ha fatto da tappo - commentano molti inquilini - come è successo altre volte. Eppure nessuno ha fatto mai niente. In caso di frane o bombe d'acqua le pietre e i massi rotolano giù e si bloccano lì sotto, perché il letto è basso. E' da 30 anni che succede".
"Anche se una cosa del genere non s'era mai vista", conclude Camani.
All'hotel La Betulla invece, dall'altro lato del fiume, sono stati tutti evacuati nella notte. "Erano le 21 - racconta il responsabile dell'albergo, Francesco Torre - i clienti avevano appena finito di cenare. Ho sentito dei botti come se facessero i fuochi d'artificio. Ho sentito i poliziotti del commissariato qui di fronte, che gridavano 'uscite uscite'. C'erano persone che, prese dal panico, volevano prendere le auto dal fango e scappare, rischiando la vita".
Messi in salvo gli sfollati, un centinaio, ora si fa la conta dei danni. "Saranno ingenti - ammette l'albergatore - l' impianto idraulico, quello elettrico e quello fognario sono allagati. Molte auto coperte di fango. Le vetrate divelte. Non so quando potremo riaprire".
Una bomba d'acqua caduta in alta quota fra le montagne dell'Alta Valle di Susa al confine fra Italia e Francia, lontano dall'abitato di Bardonecchia. C'è questo fenomeno meteorologico estremo e "imprevedibile", come dice Marco Gabusi, assessore alla Protezione civile della Regione Piemonte, all'origine della colata di fango e detriti che ha sommerso un pezzo della località alpina al confine con la Francia. Nella valle domenica non c'era alcun tipo di allerta meteo per i temporali che invece è stata diramata lunedì, un'allerta gialla che riguarda buona parte del Piemonte.
Non una sorta di frana che si è creata dalla progressiva erosione delle sponde e del letto di un torrente in Val Frejus, con la velocità e la forza della cascata d'acqua amplificata dalle pendenze di montagna. Metro dopo metro la piena è diventata grossa e pericolosa e ha raggiunto l'apice quando ha incontrato i ponti nell'abitato di Bardonecchia. Quando ha travolto le spallette di uno di questi ponti si è creato uno tsunami di fango con un'onda anomala, carica di detriti, alta 6-7 metri. Scongiurato quindi che la frana venisse dalla zona di Rochemolles, sopra Bardonecchia, dove ci sono un lago e una diga che contiene quasi 3 milioni e mezzo di metri cubi d'acqua.
"Nella diga non ci sono criticità", è stata la rassicurazione, fin dalla mattinata, del governatore del Piemonte Alberto Cirio e dell'assessore regionale alla Protezione civile Marco Gabusi. A Bardonecchia c'è chi ricorda che il torrente esondato "ha sempre creato problemi - racconta un abitante- Una volta quando c'era la caserma degli Alpini, il lavoro più grosso era quello di riportare il vecchio ponte di legno, che finiva trascinato giù dalla corrente, nella sua posizione originaria. Adesso il ponte è di cemento ma i problemi ci sono lo stesso, se non peggiori".
Alla stazione meteo di Rochemolles sono stati registrati appena 3 millimetri d'acqua. Il nubifragio si è abbattuto sul versante opposto. Il torrente Frejus, nonostante l'azione di filtraggio di dispositivi chiamati 'briglie', che hanno trattenuto una parte dei materiali, ha raccolto una copiosa quantità di fanghiglia e detriti.
"E' stata una bomba d'acqua improvvisa - ribadisce Gabusi - che ha fatto 'esplodere' un fiume e spostato decine di metri cubi di fango".
Un temporale "molto localizzato" - spiega Secondo Barbero, direttore generale di Arpa - che "ha generato una colata di fango solo in parte trattenuta dalle briglie selettive costruite negli anni. L'evento è stato visto solo dai radar mentre le stazioni meteorologiche del territorio non hanno registrato piogge".
Un evento però, quello del nubifragio in alta quota, "figlio del cambiamento climatico", dice il geologo Mario Tozzi secondo il quale episodi del genere testimoniano come "i fiumi si riprendono lo spazio". "E' necessario, quindi, essere più elastici e rinaturalizzare i fiumi - riflette Tozzi - anche perchè davanti a fenomeni così le opere non sono utili".
La viabilità per Bardonecchia (Torino) "resterà invariata nella giornata di domani: l'autostrada sarà percorribile in uscita ma non sarà consentito l'ingresso in città. Lo stesso per la Strada statale 335 ormai quasi completamente ripulita ma ancora chiusa al traffico privato".
È quanto informa una nota del Comune. "Le problematiche relative alle forniture idriche e del gas che avevano interessato alcune zone - si legge nel comunicato - stanno progressivamente rientrando. Smat comunque ha messo a disposizione il numero verde 800060060 per segnalare situazioni di disservizio".
La situazione degli sfollati "è praticamente risolta".
"E' stato chiuso - scrive l'amministrazione - l'hub istituito dalla Croce Rossa presso la Colonia Astigiana e presso il Palazzetto dello Sport. Solo tre persone trascorreranno ancora la prossima notte presso una struttura messa a disposizione".
Per chi ha patito danni, in particolare alle auto travolte dall'ondata di piena, è possibile rivolgersi all'Ufficio Turistico istituito presso il Palazzo delle Feste o al numero verde 800933388. Restano strettamente sorvegliati e monitorati i ponti della cittadina ed, in caso di pioggia, saranno chiusi al traffico veicolare e pedonale come anche le strade attigue ai corsi d'acqua. "Ringrazio quanti già da ieri sera - dice la sindaca di Bardonecchia Chiara Rossetti - hanno messo il massimo impegno per portare aiuto e cercare di rendere i disagi il meno pesanti possibili. Ringrazio per l'impegno tutto il personale del Comune di Bardonecchia, le forze dell'Ordine, i carabinieri, la Guardia di Finanza, la Croce Rossa, la Protezione Civile. E ringrazio la Regione Piemonte che fin dall'inizio dell'emergenza ci ha fatto sentire il proprio appoggio portando la nostra istanza presso il Governo". "Sono state ore difficili - aggiunge Rossetti - ma con tutto il nostro impegno faremo sì che questa bellissima estate a Bardonecchia continui. Siamo gente di montagna pronti ad affrontare le difficoltà e a non abbassare la testa".
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