Cerca

Maltempo

Inferno a Bardonecchia. Il racconto di chi c'era: "Siamo vivi per miracolo"

Il resoconto dell'Arpa. L'intervento del geologo Tozzi

Bardonecchia

Bardonecchia

Questa mattina Bardonecchia, la cittadina della Val di Susa a pochi chilometri dal confine con la Francia, si è risvegliata sommersa dal fango dopo l'esondazione del Rio Merdovine, il torrente che ha rotto gli argini in seguito al distacco di una frana in quota.

Le auto erano completamente ricoperte dal fango e le strade della città sommerse dai cumuli di detriti. La colata di fango ha travolto tutto ciò che si trovava sul suo corso, travolgendo segnali stradali, auto e persino le pensiline dell'autobus. Sul posto sono al lavoro i vigili del fuoco, per mettere in sicurezza le strutture e gli edifici coinvolti nel disastro.

Nei video postati sui social, e già diventati virali, si vedono alcune persone mettersi in fuga mentre alle loro spalle arriva l'ondata di detriti che travolge una cabina di ferro e alcuni alberi che trova davanti a sé. "Scappate, andate via", dicono alcuni residenti a chi si trovava nella zona. In altri video e foto si vede la piena del Rio Merdovine che trascina anche alcune auto.

Cos'è successo?

Una bomba d'acqua in un punto remoto e assai circoscritto fra le montagne dell'Alta Valle di Susa al confine fra Italia e Francia. C'è questo all'origine della colata di fango e detriti, una sorta di piccola frana, che si è abbattuta ieri sera sull'abitato di Bardonecchia. La ricostruzione è stata operata nel centro congressi della città, dove è stata allestita una Unità di crisi alla quale partecipa l'assessore regionale alla protezione civile Marco Gabusi.

"Ieri sera - è stato spiegato - a Bardonecchia neppure pioveva. La centralina di Rochemolles ha rilevato 3 mm di acqua: è stato sul versante opposto che si è abbattuto il violento nubifragio".

Il rio Frejus, che sul versante italiano prende il nome di Merdovine, ha raccolto una copiosa quantità di fango e detriti da un affluente e si è ingrossato al punto che nel tratto in cui attraversa Bardonecchia il letto si è alzato di almeno 5-6 metri. Incontrando un primo ponte si è determinata una sorta di onda anomala, un piccolo tsunami, che ha frantumato i parapetti. Poi, proseguendo la corsa, il rio è esondato, danneggiando un secondo ponte e seppellendone un terzo all'altezza di un albergo e del commissariato di polizia. Decine di auto parcheggiate nei paraggi sono state trascinate verso valle fino ad uscire dal territorio del Comune. 

Salvi per miracolo.

Salvi grazie alla festa del paese che aveva radunato molti turisti in centro a Bardonecchia ieri sera. Come Pier Luigi Civalleri e la sua compagna Francesca Fogliato che al momento dell'esondazione del torrente non si trovavano all'interno del loro camper.

Erano usciti appena trenta minuti prima.

"Siamo vivi per pura fortuna", dice l'uomo. Il mezzo, che era nel parcheggio, è stato trascinato con violenza a valle. "Avevamo parcheggiato lì per andare alla festa del paese in Borgo Vecchio - racconta Civalleri - La piena del fiume è arrivata neanche mezz'ora dopo che noi abbiamo lasciato il veicolo".

La coppia di Cuneo si trovava a Bardonecchia da sabato e aveva in programma di andare a Valle Stretta, volevano fare qualche passeggiata in montagna dopo aver visitato il Forte Bramafam all'inizio della loro vacanza. Ora sperano di recuperare il camper trascinato a valle dallo tsunami di fango ma sanno che la vacanza è finita.

"In giornata speriamo che il nostro camper venga recuperato dal fango, per capire se è davvero distrutto come ci hanno comunicato nelle scorse ore o se si potrà salvare qualcosa. Dopodiché il figlio di Francesca in serata verrà a prenderci e torneremo a casa: la vacanza è finita", racconta ancora Civalleri che ha passato la notte insieme ad altre persone sfollate nei due hub al Palazzetto dello sport e alla Colonia astigiana a Borgo Vecchio.

Il veicolo ora giace a valle accatastato insieme a diverse auto e ad altri camper, tutti travolti e trascinati dalla violenza dell'acqua e del fango che ha ferito Bardonecchia. Altre vetture sono state invece sommerse. Le strade sono cancellate da cumuli di detriti: in terra segnali stradali e resti di pensiline del bus divelte.

I racconti

 "Ieri sera, alle 10, stavamo per uscire per andare a vedere i fuochi di artificio, quando abbiamo sentito un boato come una bomba" racconta Angela Camani, residente del condominio Mardouvine al numero civico 2 di via Papa Giovanni XXIII a Bardonecchia che si trova esattamente di fronte all'omonimo rio che ieri sera è esondato. "Eravamo sul balcone del secondo piano - prosegue - terrorizzati dal frastuono. Il balcone tremava. E tremava la casa. Abbiamo visto delle onde enormi dall'alto e vedevo scendere acqua a tutto spiano con grandi masso. Vedevo delle onde alte 7 metri. Ho avuto paura, tanta".

"La mia amica che vive sotto e' salita su e aveva paura - prosegue - perché ha anche un cane è un gatto e temeva di essere alluvionata".

"Il ponte sotto della stazione si è intasato - conclude - e ha fatto da tappo. Tutte le pietre e i massi venivano giù e si bloccavano lì sotto. Era successo altre volte che si fosse intasato. Quel ponte è sempre stato un problema ma una cosa del genere non era mai capitata e non l'ho mai vista in vita mia. E' da 30 anni che abbiamo la casa qui e ci veniamo in villeggiatura". 

Questa mattina volontari si sono mesi all'opera per liberare strade e abitazioni dal fango.

"Siamo qui per dare una mano e lo facciamo volentieri - spiega Elisa Epifani, di Buttigliera Alta, 32 anni - Lavoro in un'azienda di consulenza e sono qui in vacanza con la famiglia al campeggio Valle stretta. Ieri sera abbiamo saputo del disastro. Noi eravamo su e per fortuna l'onda non è arrivata. Stamattina siamo scesi ed è venuta la Protezione Civile per chiedere se c'erano volontari disposti a spalare. Dal campeggio sabbiamo aderito in almeno una ventina e abbiamo portato qui le nostre pale del campeggio che servono per la neve. È molto faticoso ma se possiamo dare una mano lo facciamo volentieri". 

Hotel La betulla e commissariato coperti dal fango

"C'era gente che scendeva lungo la strada e diceva non salire'

 "C'è stato un boato fortissimo - raccontano Giorgio e Maria Cristina -  Poi è arrivato il panico. C'era gente che scendeva lungo la strada e diceva di non salire. Altri che salivano e dicevano di non scendere. Siamo rimasti bloccati fino a quando non ci è arrivata la voce che più sopra, oltre il primo ponte, il percorso era agibile"

"Ho sentito un boato - racconta una residente - e ho visto le betulle del giardino piegarsi. Credevo che fosse un temporale e ho pensato di togliere la biancheria che era stesa ad asciugare. Come se fosse un terremoto. Siamo senza acqua e stiamo andando a procurarcela alle fontane armati di bottiglia".

"Questo torrente ha sempre dato problemi - ci spiega Giampiero Baietto, proprietario di un appartamento in via Papà Giovanni XXIII - Una volta quando c'era la caserma degli Alpini il lavoro più grosso era quello di riportare il vecchio ponte di legno, che finiva trascinato giù dalla corrente, nella sua posizione originaria. Adesso il ponte è di cemento ma i problemi ci sono lo stesso, se non peggiori".

"Ho visto un'onda gigante dall'alto, piena di fango, e ho preso tutti i clienti che erano dentro e li ho portati ai piani superiori, verso il terzo, che e' il più alto, per metterli in sicurezza" - racconta il responsabile dell'hotel La Betulla, Francesco Torre, di Bardonecchia, che per tutta la notte, dopo l'evacuazione, è rimasto a custodire l'albergo, uno dei palazzi più danneggiati di Bardonecchia - Erano le 21. I clienti avevano appena finito di cenare, stavo sistemando le carte contabili e ho sentito dei botti come se facessero i fuochi d artificiò. Ho sentito la polizia urlare 'uscite uscite' e ho visto delle persone che prese dal panico prendevano le auto e volevano andare via. Ovviamente nessuno riusciva a muoverle".

"Ed è stato un bene - ha spiegato poi il questore di Torino Vincenzo Ciarambino, "altrimenti avrebbe potuto essere una tragedia. Ringrazio tutti i volontari che hanno dato una mano a liberare dal fango il commissariato. Sono volontari civili che hanno aiutato i nostri poliziotti a scavare  per liberare le aree di accesso che sono state coperte di fango: nei sotterranei ce ne sono due metri. E ringrazio anche i poliziotti liberi dal servizio che erano qui in villeggiatura e che ci stanno dando una mano. L'acqua è scesa nei garage e ha travolto le auto di servizio e quelle private dei poliziotti che lavorano qui, ora sono tutte fuori uso. Stiamo cercando di rendere al più presto agibili i locali del commissariato. Per fortuna ieri il capo della polizia ci ha messo a disposizione tutto quello che si poteva. Abbiamo molte auto danneggiate, sia del commissariato sia della polizia di frontiera. Al commissariato  stanno lavorando per aprire uno sportello al più presto per i cittadini, almeno per i passaporti. Le volanti sono operative sempre". 

L'hotel La Betulla è stato evacuato alle 23 dai soccorritori. "C'erano degli anziani però che avevano bisogno di medicine salva vita - aggiunge Torre - Allora sono entrato coi vigili del fuoco nell'hotel, stanza per stanza di notte e ho portato i farmaci al centro della protezione civile".

L'albergatore spiega perché questa mattina risultavano 6 dispersi: "Mancavano all'appello dei clienti. Li hanno cercati, con i carabinieri, e li hanno trovati tutti: alcuni erano in Comune. altri in casa di amici".

I danni riportati dall'hotel sono ingenti, in particolare "agli impianti idraulico ed elettrico e agli scarichi fognari I garage sono allagati e infangati. Le vetrate divelte", conclude Torre. 

Zona ad alto rischio,fiumi riprendono spazio
 "Non bisogna stare vicino ai torrenti, se sei lì devi spostarti. Bisogna lasciare in pace i fiumi". Così il geologo Mario Tozzi commentando l'esondazione del torrente a Bardonecchia. "La situazione peggiora sempre di più -riflette Tozzi- E' necessario, quindi, essere più elastici e rinaturalizzare i fiumi lasciando loro lo spazio necessario, altrimenti se lo riprendono". Le persone devono, quindi, fare un "passo indietro" per portare i fiumi alla loro condizione naturale. Davanti a fenomeni così potenti, "le opere non sono utili", perché "il fiume non è un canale", prosegue il geologo. Per quanto riguarda il rischio idrogeologico in Val di Susa, "è alto come in tutta Italia, ma non ovunque si tramuta in vittime". La costituzione geologica dell'Italia è, infatti, facilmente preda di frane, "su 750mila europee, 620mila sono nel nostro Paese. Il record è in Emilia Romagna, solo questa regione ne conta 80mila - spiega Tozzi - Da noi manca la pianificazione territoriale. Non sani la sicurezza del territorio con il condono edilizio". "Si può discutere o no" se quello che è accaduto a Bardonecchia sia "figlio diretto o indiretto del cambiamento climatico - conclude - ma, complessivamente, le alluvioni improvvise sono sue figlie". 

 

In serata a Bardonecchia è terminata l'emergenza sfollati. Le persone, ospitate in alberghi o nel palazzetto dello sport, sono state lasciate libere di rientrare nelle loro case o nelle strutture ricettive in cui si trovavano fino a ieri sera. Lo si è appreso dall'unità di crisi allestita al Centro congressi. È stato sgomberato fuori città il campeggio abusivo. Nessun provvedimento invece è stato preso per il rifugio alpino Scarfiotti, che resta agibile.

La Questura di Torino ha anche annunciato il ripristino della fornitura di gas sospesa ieri sera in via precauzionale per verificare lo stato delle condotte e scongiurare il rischio di esplosioni....

La spiegazione dell'Arpa Piemonte

Nella serata del 13 agosto 2023, intorno alle 21:00 , è stato osservato il passaggio della colata detritica originatasi nel bacino del Rio Frejus (Bardonecchia - TO). La colata detritica sembrava apparente innescatasi in assenza di precipitazioni significative, come percepito e testimoniato dalla popolazione locale e come evidenziato dalle registrazioni dei pluviometri della rete meteoidrografica regionale di Arpa Piemonte, in particolare dal pluviometro di Bardonecchia Pranudin ricadente all’interno del bacino del Frejus.


bardonecchia1

Il passaggio della colata detritica è stato inoltre registrato dall’idrometro di Beauleard (TO) installato sulla Dora di Bardonecchia poco a valle della confluenza con il Rio Frejus, che ha misurato un picco repentino di 0,92 m intorno alle 18:30UTC (20:30 ora locale).


bardonecchia2

Tuttavia, analizzando le osservazioni provenienti dai radar meteorologici di Arpa Piemonte, è stata identificata una cella temporalesca caratterizzata da intensità di precipitazione da moderata ad alta che ha interessato la testata del Rio Frejus a partire dalle 18:00UTC (20:00 ora locale).

La cella temporalesca caratterizzata da un indice di severità 4, corrispondente ad intensità elevate, ha progressivamente incrementato le sue dimensioni coinvolgendo un’area più estesa del bacino a partire dalle 20:30 ore locali circa.


bardonecchia3

La cella è persistita alla testata del Rio Fréjus mantenendo elevate intensità fino alle 21:30 ora locale circa, per poi esaurirsi.


bardonecchia4

 

La cella temporalesca è stata caratterizzata da una certa stazionarietà e da intensità elevate tale da risultare la principale causa di innesco della colata detritica.

Restano da verificare, tramite sopralluoghi di approfondimento, eventuali concause secondarie dovute all’innesco di frane superficiali confluite nel reticolo idrografico del bacino, o ad apporti idrici supplementari provenienti da rilasci d’acqua da tasche potenzialmente presenti nel nevaio sito in testata di bacino.


 

Previsioni

La perturbazione centrata da giorni nei pressi delle isole Britanniche continua a espandere progressivamente la propria influenza verso sud, mantenendo flussi sudoccidentali in quota sul nordovest italiano.

Tale configurazione barica, unita alle temperature elevate e alla cospicua presenza di umidità, mantiene un’elevata instabilità a ridosso dei rilievi alpini. Sono pertanto previsti temporali moderati o forti in sviluppo su tali aree o in arrivo dalla Francia. Tali fenomeni sono attesi in successivo transito sulle pianure piemontesi e potranno protrarsi fino alla notte tra oggi e domani a causa di una debole infiltrazione di aria più fresca in quota in tarda serata.
Non si escludono grandinate e forti raffiche di vento in corrispondenza dei temporali più intensi. 

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori