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Il caso
27 Giugno 2023 - 23:36
CHIARA APPENDINO SINDACO DI TORINO
È stata confermata dalla Corte di assise di appello a Torino la condanna di Chiara Appendino per i fatti di Piazza San Carlo. Anche per i giudici di secondo grado l'allora sindaca del capoluogo piemontese, oggi deputata del MoVimento 5 stelle, deve essere considerata fra i responsabili della tragedia del 3 giugno 2017, quando le ondate di panico tra la folla ammassata per seguire su un maxischermo la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid provocarono un fuggi fuggi con 1.600 feriti e, in seguito, la morte di due donne.
Quanto all'entità della pena, nessuno sconto nonostante il ritiro della querela di una decina di parti lese: un anno e sei mesi di reclusione per disastro colposo. "Mi sono sempre difesa all'interno dei processi, a testa alta, e continuerò a farlo" ha detto Chiara Appendino annunciando il ricorso in Cassazione.
A spaventare le decine di migliaia di tifosi presenti nella piazza fu l'azione di una banda di rapinatori (già condannati in via definitiva) muniti di spray al peperoncino. Questo processo riguardava però le carenze nell'organizzazione e nella gestione dell'evento.
Piazza San Carlo dopo la tragedia
"Fu una cosa un po' frettolosa" è stata la sintesi tracciata dal procuratore generale Carlo Maria Pellicano. Con Appendino sono stati condannati (sempre a 18 mesi) il suo capo di gabinetto dell'epoca, Paolo Giordana, e Maurizio Montagnese, l'allora presidente dell'agenzia Turismo Torino cui fu affidato l'allestimento del maxischermo in piazza.
Ribaltato invece il giudizio per il questore, Angelo Sanna, al quale in primo grado erano stati inflitti 18 mesi, e per il suo braccio destro, Michele Mollo (due anni): entrambi sono stati assolti. Confermate infine le condanne del dirigente della questura Alberto Bonzano (un anno e 4 mesi) e dell'ex vice comandante della polizia municipale Marco Sgarbi (un anno e due mesi) e l'assoluzione dell'ex vice prefetto Roberto Dosio.
L'avvocato Luigi Chiappero, difensore di Appendino, in vista del passaggio in Cassazione si dice fiducioso: "Ci sono delle assoluzioni che ci lasciano ben sperare. La colpa del disastro non è delle istituzioni che governavano il territorio dal punto di vista della sicurezza: non del questore, non della prefettura. C'è spazio per dimostrare che non è neppure della sindaca".
Appendino raccoglie il sostegno del M5S, i cui capigruppo in Parlamento, Stefano Patuanelli e Francesco Silvestri, ne lodano "il senso delle istituzioni". Il pentastellato Antonino Iaria osserva che "nel nostro Paese il ruolo del sindaco è pieno di incertezze ed è sempre più complesso capire i confini giuridici della responsabilità degli amministratori pubblici".
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