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Cronaca

La montagna spaventa: morti 2 alpinisti francesi. I corpi ritrovati nel canalone

Quattro vittime in due giorni tra Piemonte e Valle d'Aosta

Elisoccorso (immagine d'archivio)

Elisoccorso (immagine d'archivio)

Quattro vittime in soli due giorni hanno colpito le montagne del nord-ovest italiano, con tre tragedie che si sono verificate in Piemonte e una in Valle d'Aosta. Inoltre, si è registrato un ferito grave sulle Alpi Retiche, nella provincia di Bolzano. Questo bilancio pesante all'inizio dell'estate solleva preoccupazione riguardo alle "terre alte", che sono sempre più frequentate. Ciò che rende ancora più inquietante questa situazione è che spesso le vittime sono guide alpine, alpinisti o escursionisti esperti, il che dimostra che i pericoli sono sempre in agguato, specialmente con i cambiamenti climatici.

Una delle vittime sul Monviso, conosciuto come il "re di pietra" e amato dagli scalatori italiani e francesi, era una guida alpina di 40 anni di nome Sebastien Deyre, originario di Ceillac, un comune francese nel Queyras, una zona al confine con l'Italia. Deyre stava accompagnando una donna di 71 anni di nome Marie Pierre Pretet Ceudat, anch'essa francese, proveniente da Saint Lauren ma residente a La Roche-Sur-Foron.

I due stavano affrontando un percorso in cresta tra il passo del Colonnello e Punta Gastaldi, non lontano dal rifugio Vitale Giacoletti, seguendo il sentiero della Cresta Berhault. Questo sentiero, che parte dal colle delle Traversette a quasi 3.000 metri di altitudine, conduce alla vetta del Monviso, che raggiunge i 3.841 metri. È probabile che il deterioramento delle condizioni meteorologiche abbia giocato un ruolo nel tragico incidente. I corpi delle vittime sono stati rinvenuti in un canalone dalle squadre del Soccorso Alpino e dall'Elisoccorso regionale, dopo che le autorità francesi del Peloton de Gendarmerie de Haute Montagne erano state allertate dai familiari preoccupati per la mancata loro ritorno alla base.

Nella Valle d'Aosta, un alpinista di 67 anni proveniente da Sedrina, Bergamo, ha perso la vita sul Lyskamm, una montagna nel massiccio del Monte Rosa. L'uomo è precipitato per circa 400 metri insieme alla sua compagna di cordata, una donna italiana di 47 anni, che è stata ricoverata nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Parini di Aosta in condizioni critiche. Entrambi erano membri del Club Alpino Italiano (CAI) e avevano iniziato la loro escursione dalla mattina presso il rifugio Quintino Sella al Felik, con l'obiettivo di completare la traversata est-ovest del Lyskamm. È stato un altro gruppo di alpinisti, facenti parte di una cordata diversa, ad allertare le autorità dopo aver assistito alla caduta.

Nella provincia di Cuneo, un'altra vittima, Mauro Bagnis di Borgo San Dalmazzo, è precipitata in un canalone mentre si trovava da solo su un percorso escursionistico nella Valle Gesso. Inoltre, il 12 giugno, sul versante francese del Monte Bianco, un uomo di cinquant'anni proveniente dall'Alta Savoia ha perso la vita durante una traversata a un'altitudine compresa tra i 3.600 e i 3.800 metri. Nel mese di maggio, tre vittime si sono registrate sul Gran Sasso e una sullo Stelvio, quest'ultima coinvolgendo il vice capo del Soccorso Alpino di Solda, in provincia di Bolzano.

Queste tragiche vicende mettono in evidenza l'importanza di una preparazione adeguata, del rispetto per l'ambiente montano e delle condizioni meteorologiche sempre mutevoli quando ci si avventura sulle montagne. Gli incidenti recenti dimostrano che persino gli alpinisti esperti sono esposti a pericoli imprevisti. È fondamentale prendere le precauzioni necessarie, adottare le giuste misure di sicurezza e affidarsi a guide alpine qualificate quando si intraprende un'escursione in montagna.

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