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Pavone Canavese
01 Giugno 2023 - 14:37
La vittima è Stefano Marcoccia dell’89 di Veroli (Frosinone). In foto con la sua famiglia.
Un’esplosione. Un boato. Pezzi d'acciaio che piovono da tutte le parti. Una tragedia. Capita intorno alle 11 del mattino nei pressi del container delle bombole del gas in un cantiere per la realizzazione di alcuni lavori al “nodo idraulico” sull’autostrada A5 Torino Aosta, all’altezza di Pavone, in sostanza il rifacimento di un ponte un po’ più alto per evitare allagamenti del torrente Chiusella.
Si chiamava Stefano Marcoccia. Originario di Veroli, nel frusinate, era un grande tifoso della Roma e mercoledì sera ha tifato e sofferto davanti alla tivu per la sua amata squadra impegnata nella finale di Europa League persa ai rigori contro il Siviglia.
Aveva 34 anni. E’ morto. E’ l’undicesima vittima sul lavoro in Piemonte dall’inizio dell’anno, la sesta in provincia di Torino.
I colleghi di lavoro non trattengono le lacrime.
“Ancora un'ora - dicono - e avrebbe terminato il turno… Aveva le valigie pronte. Aveva già comprato il biglietto …”.
Ogni “due per tre” parlava dei suoi due figli di 3 e 5 anni e della moglie Valeria Nucci. Era da tre settimane che non li vedeva e finalmente sarebbe tornato a casa, a Sabaudia, in provincia di Latina, nel Lazio, dove da qualche anno s'era trasferito.
"State crescendo alla velocità della luce - aveva scritto solo poche settimane fa in un messaggio sui social - e io so che mi sto perdendo tanti momenti unici che non torneranno mai più, ma siete sempre il mio pensiero fisso".
E poi ancora nel giorno del compleanno della moglie. "Tanti auguri alla donna fantastica che sei, la compagna di vita con cui condivido questo fantastico viaggio chiamato vita, la super mamma che sostiene il peso dei sacrifici per la propria famiglia, a quell amica complice dei momenti spensierati, alla persona unica che sei, tantissimi auguri di buon compleanno amore mio ricordati di far brillare sempre quegli occhi che mi hanno fatto innamorare di te...".
Operaio specializzato e dipendente della «Palingeo Srl» di Carpenedolo, nel bresciano, a cui Ativa ha appaltato i lavori, Marcoccia faceva parte della squadra di perforatori, quelli, cioè, che realizzano scavi su cui piazzare pali di enormi dimensioni. Il destino è davvero crudele. Aveva un contratto a tempo determinato che a giugno sarebbe passato a "indeterminato", un'occasione per festeggiare, un'occasione che non ci sarà.
Quando si è avvicinato al container era con un collega. L'ha aperto ed è successo quel che è successo. Lui è stato travolto, il collega è rimasto ferito, ma non è grave.
La Procura ha immediatamente aperto un fascicolo, sequestrato l’area e affidato gli incarichi per alcune perizie. Serviranno per comprendere che cosa sia realmente successo. Un’unica certezza: all’interno del container una bombola perdeva, forse per un guasto o una valvola difettosa, e il gas aveva saturato l'ambiente.
La Procura ha sequestrato anche il mezzo che trasportava il container, ma il cantiere no, si potrà continuare a lavorare, con le lacrime agli occhi.
"Proteggi la tua famiglia", scrive qualcuno sui social network, condividendo video e foto del giovane.
"La tua immensa bontà e il tuo cuore così grande non si potranno mai dimenticare", scrivono altri.
"La notizia ha colpito tutta la comunità. Era conosciuto perché qui aveva lavorato in una nota birreria: era gioviale, era una persona che dialogava molto e quindi era benvoluto da tutti – ha dichiarato in un video il sindaco di Sabaudia, Alberto Mosca – Ogni morte sul lavoro è già un dramma di per sé, ma questa ci tocca in particolare perché era amato da tutti i giovani di Sabaudia".
"Siamo profondamente colpiti e addolorati per l'ennesimo incidente mortale in un cantiere, avvenuto questa volta a Pavone Canavese - commenta Mario De Lellis, segretario generale della Filca Cisl di Torino - Siamo vicini ai familiari. Ogni morte sul lavoro è una sconfitta per tutta la società. Si tratta della quinta vittima in edilizia in pochi giorni in Italia, una scia di sangue inaccettabile nei cantieri italiani. Noi continuiamo a ripetere che la formazione e la prevenzione sono gli strumenti migliori per garantire la sicurezza nei cantieri, per fare in modo che sia assicurata la qualità del lavoro. Come organizzazioni sindacali, grazie anche al ruolo degli enti bilaterali, ribadiamo la nostra completa disposizione per valutare insieme alle istituzioni nuove e più efficaci azioni per fermare queste tragedie, che distruggono famiglie intere e hanno anche un costo elevatissimo per tutta la collettività".
Sono decine i messaggi di amici e conoscenti. "Era un lavoratore, un padre perfetto, lavorava lontano per non far mancare niente alla sua famiglia" scrive sui social la moglie Valeria Nucci pubblicando una foto che li ritrae insieme.
E aggiunge: "Amore mio, continuami a guardare così, i miei occhi si perdevano nei tuoi... ora li cercherò ovunque perché il cuore non si rassegna ad un dolore cosi".
In un'altra immagine Stefano si è fatto immortalare davanti a un cantiere: "Quanto ti ho preso in giro per questa foto, quasi quasi ero gelosa di questa macchina da pali per come ti brillavano gli occhi nel vederla... adesso questa tua passione ti ha portato via per sempre", scrive Valeria.
I social, il profilo facebook ancora attivo di Stefano diventano per qualche istante un modo per sentirsi ancora in contato con chi è stato portato via dall'ennesimo incidente sul lavoro.
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all'Inail entro il mese di aprile sono state 187.324 con un calo del 26,4% sullo stesso periodo del 2022.
Lo rileva l''Istituto spiegando che le denunce di infortunio mortale sono state 264 con un aumento dell'1,1%.
Sono in aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 23.869 (+23,8%). IL calo delle denunce nel complesso "è dovuta quasi esclusivamente al notevole minor peso dei casi di contagio da Covid-19".
L'Inail segnala che la decisa riduzione delle denunce di infortunio in complesso è dovuta quasi esclusivamente al notevole minor peso dei casi di contagio da Covid-19. Le 187.324 denunce sono in riduzione dell'11,1% rispetto al 2019, anno precedente il Covid. Nei primi quattro mesi del 2023 si registra un calo dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati a 161.076 (-30,1%), mentre quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l'abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un aumento dell'8,8% (da 24.136 a 26.248).
Nell'aprile di quest'anno il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un -33,0% nella gestione Industria e servizi (140.790), un -0,2% in Agricoltura (a 7.930) e un +5,7% nel Conto Stato (a 38.604). Si osservano decrementi degli infortuni in occasione di lavoro in quasi tutti i settori produttivi, in particolare la Sanità e assistenza sociale (-77,2%), il settore più colpito durante la pandemia. L'analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente nelle Isole (-33,3%), seguite dal Sud (-32,9%), dal Nord-Ovest (-29,7%), dal Centro (-26,0%) e dal Nord-Est (-17,9%).
Il calo che emerge dal confronto dei primi quadrimestri del 2022 e del 2023 è legato sia alla componente femminile, che registra un -41,1% (da 115.567 a 68.072 casi denunciati, anche qui un dato legato al Covid), sia a quella maschile, che presenta un -14,2% (da 138.926 a 119.252).
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all'Istituto nel primo quadrimestre 2023 sono state 264, tre in più rispetto alle 261 registrate nel primo quadrimestre 2022, 42 in meno rispetto al 2021, 16 in meno rispetto al 2020 e 39 in meno rispetto al 2019.
A livello nazionale i dati rilevati al 30 aprile di ciascun anno evidenziano per il primo quadrimestre 2023 rispetto al pari periodo 2022, pur nella provvisorietà dei numeri, un decremento solo dei casi mortali in itinere, scesi da 70 a 57, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro passano da 191 a 207. L'aumento ha riguardato solo l'Industria e servizi (da 219 a 227 denunce).
L'aumento rilevato nel confronto tra i primi quadrimestri del 2022 e 2023 è legato solo alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 233 a 243, mentre per quella femminile si registra un calo, da 28 a 21.
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