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Cronaca

'NDRANGHETA IN PIEMONTE: il politico Roberto Rosso torna in aula a Torino

Su di lui pesa una condanna in primo grado a cinque anni per voto di scambio politico mafioso

Roberto Rosso

Roberto Rosso

È cominciato questa mattina, di fronte alla Corte d'Appello di Torino, nell'aula bunker del carcere Lorusso e Cutugno, il processo di secondo grado Carminius, contro le infiltrazioni della mafia calabrese nel mondo dell'imprenditoria e della politica torinese.

Tra gli imputati Roberto Rosso, ex assessore regionale di Fratelli d'Italia, arrestato il 20 dicembre 2019 e condannato in primo grado a cinque anni per voto di scambio politico mafioso. Rosso, presente in aula, è difeso dall'avvocato Giorgio Piazzese.

Roberto Rosso (all'estrema destra) durante una conferenza stampa con l'UDC nel 2016

Per questo processo d'Appello, sulla presenza della 'ndrangheta nella zona di Carmagnola (Torino), sono 21 gli imputati. In primo grado erano 29, di cui 13 per associazione mafiosa.

Il 10 giugno 2022, il tribunale di Asti aveva pronunciato 16 condanne e 5 assoluzioni, riconoscendo l'esistenza di una 'locale' facente capo alle famiglie Arona, Defina e Serratore, collegata al clan Bonavota di Vibo Valentia.

Roberto Rosso e la 'ndrangheta

Il 20 dicembre 2019 è stato arrestato nell'ambito di un'inchiesta sulla 'ndrangheta piemontese: l'accusa è di aver raggiunto con essa un accordo per un "pacchetto di voti" per le elezioni regionali del maggio 2019 in Piemonte in cambio di 15.000 euro, di cui ne sarebbero stati versati 8.000, quando risulterà poi eletto.

Andando ad analizzare però il voto nella città di Carmagnola (sede del presunto accordo coi Boss) Rosso otterrà solamente 27 preferenze. Questa circostanza getta molte ombre sul reale sostegno del piano accusatorio. A seguito dell'arresto, Rosso rassegna le dimissioni da assessore e viene espulso dal partito Fratelli d'Italia.

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