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MASSACRO DI ALBERI: era il caso?

Gli ecologisti si scagliano contro la Città Metropolitana di Torino

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Gli ecologisti protestano contro il taglio eccessivo degli alberi

Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant”.

Dove fanno il deserto, lo chiamano pace: parafrasando le parole del comandante calèdone Calgaco riportate dallo storico romano Publio Cornelio Tacito nell’Agricola, è quanto purtroppo ancora oggi accade molto spesso lungo le strade italiane, un tempo quasi sempre abbellite da filari alberati o siepi.

La denuncia arriva dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico e il riferimento è al taglio degli alberi lungo le strade di Borgiallo.

Alberi e vegetazione tagliati a Borgiallo

In queste settimane Città metropolitana di Torino, giovandosi anche della pigra ignavia di chi dovrebbe intervenire ha letteralmente fatto radere al suolo alberi e vegetazione lungo le strade di Borgiallo”, inforcano dall’associazione.

Secondo gli ecologisti, “dopo aver fatto emanare l’ordinanza sindacale n. 13/2022 dell’11 novembre 2022, è stato disposto che una ditta privata provvedesse ‘entro il 31 gennaio 2023’ ad effettuare il taglio a raso entro 3 metri dal punto luce di tutte le piante esistenti e di ogni alberatura posta a distanza superiore che per essiccamento o forte inclinazione possa danneggiare l’infrastruttura pubblica o risulti essere pericolosa per la circolazione stradale, anche in previsione di eventi meteorologici intensi, in modo che sia sempre evitata ogni situazione di pericolo per la sicurezza della pubblica circolazione dei veicoli e dei pedoni e non venga danneggiato l’impianto di pubblica illuminazione”.

Alla ditta - proseguono - è stato chiesto “il taglio lungo Via Belvedere e Via Bastiglia, secondo quanto disposto nelle rispettive ordinanze, di tutte le piante esistenti e di ogni alberatura posta a distanza superiore che per essiccamento o forte inclinazione possa costituire pericolo per la sicurezza pubblica, anche in previsione di eventi meteorologici intensi, in modo che sia sempre evitata ogni situazione di pericolo per la sicurezza pubblica” e “la rimozione del materiale di risulta, comprese le ramaglie, trattenendo il legname in conto dell’intervento effettuato, senza ulteriori oneri per il Comune di Borgiallo”.

Il taglio sempre a Borgiallo

L’associazione ecologista aveva, quindi, inoltrato un’istanza di revoca parziale per l’esercizio dei poteri di vigilanza prefettizia e dei poteri di vigilanza e inibizione ambientale e paesaggistica, coinvolgendo i Ministeri della Transizione Ecologica, della Cultura, delle Infrastrutture, la Prefettura di Torino, la Città metropolitana di Torino, il Comune di Borgiallo, la Soprintendenza torinese per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.

Ma la Città metropolitana di Torino, Direzione Viabilità, ha le idee chiare - proseguono -. “in materia di manutenzione delle aree verdi confinanti con le SS.PP., al fine di prevenire criticità al patrimonio stradale a seguito di eventi meteorici avversi e conseguenti gravi problematiche alla circolazione e all’utenza stradale, il D.lgs n. 285 del 1992 e s.m.i. ha previsto una serie di disposizioni la cui applicazione risulta di fondamentale importanza”. Infatti, “in capo ai proprietari si affianca il dovere di controllo e vigilanza da parte dell’Ente gestore della strada, circa il rispetto della normativa vigente al fine di evitare situazioni di rischio sia per l’incolumità pubblica che per il mantenimento in sicurezza della fruibilità delle strade di competenza”. La logica metropolitana è stringente: “il carattere dell’eccezionalità è da intendersi come obiettiva inverosimiglianza dell’evento e l’imprevedibilità come una sensibile deviazione dalla normale frequenza statistica, atta a rendere quel dato evento, per l’appunto, un’eccezione. Pertanto, se un fenomeno naturale ha una sua cadenza ricorrente, stagionale persino saltuaria o infrequente, esso non può essere definito eccezionale ed imprevedibile, proprio perché detta cadenza, per quanto irregolare, non ne esclude la prevedibilità, in base alla comune esperienza”.

“Secondo tale ragionamento, visto che - con cadenza per quanto irregolare - cadono grondaie e cornicioni degli edifici per eventi atmosferici, sarebbe assolutamente necessario demolire ogni cornicione e ogni grondaia - aggiungono dall’associazione -. Nessuna perizia, nessuna puntuale motivazione per il taglio degli alberi, in stridente contrasto con il buon senso e con la giurisprudenza amministrativa. In realtà, le pretese della Città metropolitana di Torino sono abnormi, soprattutto in momenti di crisi climatica e di perdurante siccità come quelli attuali. I soggetti titolari delle strade (Stato, Regioni, Enti locali, ecc.) hanno certamente il compito di provvedere “alla manutenzione, gestione e pulizia delle strade, delle loro pertinenze e arredo, nonché delle attrezzature, impianti e servizi”, ma non devono certo abbattere alberi e siepi senza criterio. La presenza di alberature stradali, di siepi, di boschi lungo la viabilità ha grande importanza ambientale, paesaggistica, nonché per l’abbattimento degli inquinamenti e, infine, quale contributo alla lotta ai cambiamenti climatici”.

Il Gruppo di Intervento Giuridico conclude auspicando un sereno ripensamento in materia che corregga provvedimenti decisamente abnormi e lesivi dell’ambiente.

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