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Cronaca

È scappato dal Centro di prima accoglienza: si è infilato in un buco nella tapparella

Il ragazzo è minorenne, ora cercano di acciuffarlo

È scappato dal Centro di prima accoglienza: si è infilato in un buco nella tapparella

"Adesso è prioritario catturare l'evaso". Ad affermarlo, riguardo al minore evaso dal Centro di prima accoglienza Umberto Radaelli di Torino è Vicente Santilli, segretario regionale del Piemonte del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe). "Ma la grave vicenda - aggiunge - porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della polizia penitenziaria del Cpa".

Santilli riferisce che "poco dopo la mezzanotte, il minorenne, ristretto in una camera detentiva, avrebbe ricavato un buco dal cassone dell'avvolgibile sopra la finestra. Da qui, è arrivato all'area parcheggi e si è allontanato. Sono ovviamente in corso le indagini per la sua cattura, ma è evidente che l'evasione comporterà per lui nuovi guai giudiziari".

Corso Unione Sovietica, dove c'è il CPA

"Da molto, troppo tempo arrivano segnali preoccupanti dall'universo penitenziario minorile - denuncia Donato Capece, segretario generale del Sappe -. Catania, Beccaria, Casal del Marmo a Roma, Nisida, Bologna, Airola, abbiamo registrato e registriamo, infatti, con preoccupante frequenza e cadenza, il ripetersi di gravi eventi critici negli istituti penitenziari per minori d'Italia. È da sottolineare, infatti, che nell'ultimo periodo diversi detenuti delle carceri minorili provocano con strafottenza modi inurbani e arroganza i poliziotti penitenziari, creando sempre situazioni di grande tensione. Ma nessun provvedimento è stato assunto".

"E' da settimane che, quotidianamente, lanciamo , l'allarme sulla situazione gravissima in cui versano gli istituti per minori e dopo la clamorosa evasione del ragazzo di origini egiziane dal carcere minorile Ferrante Aporti di Torino sarebbe troppo facile dire che siamo di fronte ad un'ennesima evasione "annunciata".

Donato Capece

È del tutto incomprensibile l'atteggiamento di chi ha lasciato cadere nel vuoto i n ostri appelli". Ad affermarlo è il segretario generale del l'Osapp, Sindacato Polizia Penitenziaria, Aldo Di Giacomo. "Non abbiamo la sfera di cristallo, ma più semplicemente da tempo abbiamo raccolto i numerosissimi segnali: la fuga di Natale dal Beccaria Milano di cinque giovani detenuti, le rivolte in numerosi istituti del Sud come gli incendi appiccati in cella, la violenta aggressione all'Istituto minorile Malaspina di Palermo contro due agenti penitenziari, il rinvenimento di telefonini e droga all'Istituto di Airola in Campania sono solo alcuni dei più recenti casi che provano cosa accade negli istituti nei quali non ci sono soltanto minorenni ma anche troppi giovani maggiorenni che assumono comportamenti violenti da capi. E se a ciò si aggiunge la presenza tra i poco meno di 400 detenuti di diverse decine di extracomunitari accade quello che è avvenuto a Torino perché è sempre più difficile semplicemente tentare un dialogo con gli stranieri".

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