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Cronaca
04 Dicembre 2022 - 17:52
la Direzione Investigativa Antimafia
Nella prima cintura torinese sono circa 56 i beni confiscati alla criminalità organizzata. I dati sono tutti consultabili sul sito di Libera Piemonte.
A breve, in quel di Leinì, il Comune entrerà in possesso di un nuovo bene confiscato alla ‘Ndrangheta.
Per quanto riguarda quelli già sequestrati, invece, in buona parte parliamo di immobili confiscati dal 2011 in poi, l’anno dell’inchiesta Minotauro.
A farla da padrone c’è il Canavese dove gli immobili confiscati alla ’ndrangheta sono 26, a cui vanno aggiunte tre ditte: una ad Agliè, un bar a Volpiano e un’altra attività a Salassa.
Dei 56 iniziali solo 14 immobili sono stati effettivamente recuperati, circa il 25%. Poco, pochissimo.
Volpiano è il Comune che presenta più beni confiscati sul proprio territorio, 8 in tutto.
Solo due di questi sono stati recuperati: Casa Mariuccia e la caserma dei vigili del fuoco.
La caserma dei Vigili del fuoco di Volpiano
Il primo è stato destinato e trasferito al patrimonio del Comune di Volpiano per fini istituzionali nel 2015 ed è ora sede di Casa Mariuccia, casa rifugio per donne vittime di violenza, anche grazie al contributo regionale per il funzionamento. Per quanto riguarda il secondo, in via Torino 11: il bene è stato destinato e trasferito al patrimonio del Comune di Volpiano per scopi sociali nel 1995 ed è stato assegnato ai Vigili del Fuoco volontari e adibito a centro addestramento nazionale cinofilo. Sono stati effettuati dei lavori grazie ad alcuni fondi regionali.
Situazione simile anche a Leinì dove i beni confiscati sono 6, uno solo è stato recuperato, in via Lombardore 317.
Il comune ha assegnato in comodato gratuito il bene all’associazione Semi Seri per un progetto di orticoltura; in particolare, viene coltivata la cipolla DOC di Leini.
Dal 2011 anche nel comune di Leinì si è tornati a coltivare la legalità. Un progetto unico quello nato dal sodalizio tra il presidio “Pio La Torre” di Libera e l’associazione Semi Seriche ha dato nuova vita alla cipolla di Leinì. Oggi i terreni confiscati alla malavita in via Lombardore, dove si trova anche un basso fabbricato, producono una decina di quintali di cipolla autoctona, bionda e piatta, una coltivazione che si credeva ormai perduta per sempre. Ad oggi la tipica cipolla leinicese è in prodotto ricercato nel territorio, un vero e proprio esempio di riscatto per la comunità cittadina.
Gli altri 5 sono così disposti.
Il primo è in Borgata Tedeschi: il Tribunale di Torino ha disposto la confisca del bene tramite misura di prevenzione. La confisca è definitiva dal 21/2/2018, si tratta di due terreni agricoli.
Un altro si trova in strada Pogliani 68, si tratta di un’antica cascina confiscata nel 2019.
Il terzo è in Strada Tedeschi 65, parliamo di un appartamento e di una cantina confiscati 3 anni fa.
In Via Caselle Vecchia, poi, c’è un terreno sequestrato nel 2019.
Infine un importante bene confiscato si trova in Via San Francesco al Campo 159/160/161.
Il bene, sequestrato nel 2015, è formato da sette unità catastali tra particelle e subparticelle. Quattro sono unità immobiliari per uso di abitazione e tre sono terreni. Le quattro unità immobiliari sono tre appartamenti e una tettoia.
A breve il Comune potrebbe acquisire un altro immobile, lo ha annunciato il Sindaco, Renato Pittalis, nell’ultimo Consiglio Comunale.
Il Sindaco di Leinì, Renato Pittalis
“Ho parlato con la Prefettura - precisa il Primo Cittadino di Leinì - per l’assegnazione al Comune di Leini di un immobile sequestrato alla criminalità organizzata da destinare ad attività socio-assistenziali. E’ intenzione dell’Amministrazione predisporre, eventualmente coinvolgendo Enti del Terzo Settore, un progetto per l’immobile in modo da ottenerne l’assegnazione. Anche l’agenzia del Demanio ha interessato il Comune circa l’utilizzo di un nuovo bene confiscato, si tratta di beni immobili ad uso residenziale, in ottimo stato. Ci sarà, a breve, una delibera ad hoc per entrare in possesso dell’immobile e gestirlo”.
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