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Il caso
12 Novembre 2022 - 15:23
La street art abbellisce la Città: l'ha deciso il giudice
Non è vandalismo. Anzi, è un lavoro che regala "ornamento, valore e visibilità ad un'opera pubblica grigia e anonima". Qualcosa che migliora il paesaggio, insomma. Un giudice del tribunale di Torino sdogana la street art, con i suoi maestosi disegni che di tanto in tanto spuntano tra muri e strade in un tripudio di applausi o di polemiche, assolvendo dal reato di imbrattamento uno dei suoi esponenti più in vista, un quarantunenne residente in provincia di Ancona conosciuto semplicemente come Blu.
Il writer era stato processato perché nel 2015 fu trovato dai carabinieri in Valle di Susa, nella zona di Chiomonte, mentre, sotto gli occhi di una trentina di attivisti No Tav, tracciava un grande murale sulla parete in cemento di un sottopasso ferroviario. Sovente le manifestazioni di questa forma di arte urbana sono di taglio satirico o veicolano messaggi su temi politici e sociali, e il murale di Blu non faceva eccezione: si trattava di una critica non troppo velata al Tav Torino-Lione.
La procura subalpina aveva disposto la citazione a giudizio. Al processo gli avvocati difensori Valentina Colletta e Claudio Novaro hanno fatto intervenire lo storico dell'arte, Tommaso Montanari, che ha collocato Blu fra le punte di diamante della street art non solo in Italia, ma in Europa.
Un treno-serpente che si morde la coda, fine a sé stesso, e racchiude ruspe che girano in cerchio insieme a carri armati e macchine della polizia
Il giudice, Franco Giardino Roch, ha raccolto la sua testimonianza e ha concluso che "il fatto non sussiste" (per l'artista e per le quattro persone che lo avevano accompagnato sul posto). La sentenza è stata pronunciata a maggio. Nelle motivazioni, depositate qualche tempo dopo, il magistrato ha condensato il ragionamento che lo ha portato all'assoluzione. Prima ha descritto minuziosamente il murale ("un treno-serpente che si morde la coda, fine a sé stesso, e racchiude ruspe che girano in cerchio insieme a carri armati e macchine della polizia" intorno a "un mucchio di denaro") interpretandolo come "un'allegoria del Tav secondo il punto di vista del movimento antagonista che lo considera un'opera inutile e dannosa motivata da interessi economici ai più alti livelli".
Poi, per sciogliere il nodo dell'illegalità e delle mancate autorizzazioni, si è appoggiato anche a considerazioni di carattere estetico. Il reato di imbrattamento e deturpamento, infatti, va inteso come "alterazione in senso peggiorativo della cosa altrui". Ma in questo caso non c'è paragone tra "l'anonimo muro di cemento" di un cavalcavia con "il pregio di un'opera firmata dalla mano di un'artista di fama".
Blu, artista del quale non è pubblicamente conosciuto né il nome né la data di nascita, si ipotizza sia nato agli inizi degli anni '80 a Senigallia. Blu ha incominciato a farsi conoscere a partire dal 1999 attraverso una serie di graffiti eseguiti a Bologna, nel centro storico, nelle zone adiacenti all'Accademia di Belle Arti, e in periferia, negli spazi occupati dal centro sociale Livello 57. I primi lavori, pur esprimendo elementi di originalità stilistica, erano ancora realizzati con la bomboletta spray, tipica del writing tradizionale. A partire dal 2001 le opere di Blu incominciano a essere eseguite con vernici a tempera e con l'uso di rulli montati su bastoni telescopici. Tale tecnica gli ha permesso di ingrandire la superficie pittorica. I soggetti sono figure di umanoidi dai connotati sarcastici o talvolta drammatici il cui immaginario sembra ispirarsi al mondo dei fumetti, e dei videogiochi arcade.
Sono dei primi anni le collaborazioni con artisti quali Run, Dem, Sweza ed Ericailcane, che affiancava le sue raffigurazioni del mondo animale ai soggetti umani dipinti da Blu. Altro aspetto fondamentale che ha caratterizzato i suoi esordi è la prassi dell'azione pittorica, e alcune sperimentazioni di animazione digitale.
A partire dal 2004 si registrano alcune sporadiche partecipazioni a eventi e mostre in gallerie d'arte. Negli anni duemila e duemiladieci l'attività di Blu si internazionalizza, ma resta principalmente legata alla strada e alla fruizione gratuita e per tutti.
Tale posizione viene ribadita a marzo 2016 da Blu stesso che, insieme con altri artisti di strada, decide di cancellare tutte le proprie opere dai muri di Bologna realizzate in vent'anni di attività. Questa azione artistica e politica è messa in atto in segno di protesta contro la scelta della municipalità e della ONLUS capeggiata da Fabio Alberto Roversi Monaco e contro la "privatizzazione" e la mercificazione della creatività: alcune opere sono state prelevate dai luoghi degradati in cui sono state realizzate per esporle in una mostra convenzionale sulla street art a Palazzo Pepoli, talvolta contro il parere degli artisti e in contraddizione con la politica antidegrado cittadina.
Nel 2016 il writer Blu decise di cancellare le sue celebri opere dipinte a Bologna per protestare contro la mostra di street art promossa da "Genus Bononiae", la creatura di Fabio Roversi Monaco,
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