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Cronaca

I ladri rubano le offerte in chiesa, il parroco: "Quasi quasi passo a Satispay"

D'ora in poi ai fedeli basterà una semplice app per fare beneficenza?

I ladri rubano le offerte in chiesa, il parroco: "Quasi quasi passo a Satispay"

Ladri senza ritegno, senza morale e pure senza religione. Rubano dappertutto, ovunque, pure in chiesa.

È questo quanto scritto, nero su bianco, da don Pierantonio Garbiglia (IN FOTO), parroco di Leinì.

“Il foglietto l’hanno visto quasi tutti oggi - racconta - ma in realtà c’è da un po’. In ogni caso non è una notizia, diciamo che è un vero e proprio dato di fatto”.

E infatti c’è poco da scherzare, i malviventi hanno iniziato a colpire anche dentro la casa del signore.

Proprio per questo, dunque, don Pier, ha appeso un pezzo di carta al fondo della chiesa dei Santi Pietro e Paolo (QUI SOTTO IN FOTO).

In questa chiesa rubano! – scrive in rosso il don – E lo fanno abitualmente. Per favore, le offerte vanno consegnate o in ufficio parrocchiale o nei cestini durante le Messe. Le banconote offerte non vanno messe nelle gettoniere delle candele, perché vengono rubate”.

Un foglietto che, dunque, non solo mette in guardia rispetto ai ladri ma spiega anche come e dove mettere le offerte.

Anche perché, ormai, il problema esiste.

“Siamo stati costretti a mettere questo annuncio - prosegue il parroco - anche perché ci hanno rubato per tutte l’estate, la chiesa era aperta e qualcuno prendeva i soldi da sotto le candele, eravamo arrivati ad una situazione incredibile”.

E come rubano i ladri in chiesa? Come rubano le banconote dalle gettoniere?

“Calano un cavetto di acciaio - prosegue il parroco - e con quello raccolgono le banconote. È questo il metodo che utilizzano i ladruncoli da chiesa”.

Come fare, dunque, per fermare il fenomeno?

“Le telecamere - prosegue il don - non si possono mettere per una questione di privacy. L’unica cosa che abbiamo detto è di smettere di mettere le banconote lì”.

L’unico modo per risolvere la questione? Passare ai pagamenti senza contanti, in digitale.

“So - continua - che ci sono alcune chiese a Torino che utilizzano Satispay, a questo punto penseremo anche noi di passare a qualcosa del genere. Anche perché c’è una grande fatica a smerciare la moneta, le banche, ormai, quasi non le accettano più”.

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